Scritto per l'Indro il 29/11/2012
Il si’ e’ scontato, ma e’ pur sempre storico: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite s’appresta a pronunciarsi, fra qualche ora, sul riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. Per quanto siano pesanti, i no di Stati Uniti e Israele non saranno determinanti. Cina e Russia voteranno a favore.L’Unione europea, come spesso, anzi sempre, quando c’e’ di mezzo Israele, si presenta al voto divisa: Gran Bretagna e Germania dovrebbero astenersi; Olanda, Repubblica Ceca votare contro, mentre quasi tutti gli altri, fra cui l’Italia, s’avviano a un voto favorevole: la Francia, una delle potenze con diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e, inoltre, sicuramente, l’Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Spagna.
Questa mossadel presidente palestinese Abu Mazen e’ una sfida
aperta agli Stati Uniti e alle minacce israeliane di recedere dagli Accordi di
Oslo. Ma l’impatto, sul piano pratico, potrebbe essere modesto . Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha
avvertito che il si’ dell'Onu alla Palestina come Stato osservatore non membro
"non cambiera' nella sul terreno": "Non avvicinera' la
costituzione di uno Stato palestinese, anzi la allontanera'", ha aggiunto,
assicurando pero' che "la mano di Israele resta tesa verso la pace".
La risoluzione consentira', pero’, ai palestinesi di chiedere al Tribunale Penale Internazionale di indagare su crimini eventualmente commessi dalla leadership israeliana durante il pluridecennale conflitto israelo-palestinese, che proprio questo ha conosciuto una fiammata di recrudescenza con i tiri di razzi palestinesi su Israele e i raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Sembra esclusa, al momento, una reazione statunitense del tipo di quella quando i palestinesi entrarono all’Unesco: Washington taglio’ i fondi all’organizzazione per la cultura.
La posizione dell’Italia, a lungo incerta, e’ stata annunciata a meta’ pomeriggio: una nota di Palazzo Chigi contiene la decisione e la spiegazione. Prima di farla pubblicare, il premier Mario Monti, ha chiamato il presidente Anp Abu Mazen e il premier Netanyahu, per spiegare loro l’intendimento dell’Italia. In particolare, Monti ha chiesto ai palestinesi di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni e di astenersi dall'utilizzare questo voto per ottenere l'accesso ad altre Agenzie Specializzate delle Nazioni Unite, per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo. E Monti ha rassicurato il premier israleiano sulla "forte e tradizionale amicizia" dell'Italia e ha sottolineato il fermo impegno italiano a evitare qualsiasi strumentalizzazione del voto.
"Tale decisione – indica la nota - e' parte integrante dell'impegno del Governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l'obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento. A questo fine, il Governo si e' adoperato in favore della ripresa del dialogo e del negoziato, moltiplicando le occasioni di incontro con le parti coinvolte nel conflitto medio-orientale ... ricevendo conferma della loro volonta' di riavviare il negoziato di pace e giungere all'obiettivo dei due Stati ».
L’Agi riferisce le prime reazioni alla mossa italiana. Nemer Hammad, ex rappresentante dell'Olp in Italia e oggi consigliere di Abu Mazen, l’ha definita una decisione "giusta", che dara’ "una prospettiva internazionale per mettere fine all'occupazione israeliana". L'ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, si e' detto invece "molto deluso".
In Cisgiordania e a Gaza, sempre secondo quanto riferisce l’Agi, c'e' un clima di festa, anche se molti riconoscono che la situazione sul terreno non cambiera. In Israele, invece, l'atmosfera e' di rassegnazione.
Il si’ e’ scontato, ma e’ pur sempre storico: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite s’appresta a pronunciarsi, fra qualche ora, sul riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. Per quanto siano pesanti, i no di Stati Uniti e Israele non saranno determinanti. Cina e Russia voteranno a favore.L’Unione europea, come spesso, anzi sempre, quando c’e’ di mezzo Israele, si presenta al voto divisa: Gran Bretagna e Germania dovrebbero astenersi; Olanda, Repubblica Ceca votare contro, mentre quasi tutti gli altri, fra cui l’Italia, s’avviano a un voto favorevole: la Francia, una delle potenze con diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e, inoltre, sicuramente, l’Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Spagna.
Questa mossa
La risoluzione consentira', pero’, ai palestinesi di chiedere al Tribunale Penale Internazionale di indagare su crimini eventualmente commessi dalla leadership israeliana durante il pluridecennale conflitto israelo-palestinese, che proprio questo ha conosciuto una fiammata di recrudescenza con i tiri di razzi palestinesi su Israele e i raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Sembra esclusa, al momento, una reazione statunitense del tipo di quella quando i palestinesi entrarono all’Unesco: Washington taglio’ i fondi all’organizzazione per la cultura.
La posizione dell’Italia, a lungo incerta, e’ stata annunciata a meta’ pomeriggio: una nota di Palazzo Chigi contiene la decisione e la spiegazione. Prima di farla pubblicare, il premier Mario Monti, ha chiamato il presidente Anp Abu Mazen e il premier Netanyahu, per spiegare loro l’intendimento dell’Italia. In particolare, Monti ha chiesto ai palestinesi di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni e di astenersi dall'utilizzare questo voto per ottenere l'accesso ad altre Agenzie Specializzate delle Nazioni Unite, per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo. E Monti ha rassicurato il premier israleiano sulla "forte e tradizionale amicizia" dell'Italia e ha sottolineato il fermo impegno italiano a evitare qualsiasi strumentalizzazione del voto.
"Tale decisione – indica la nota - e' parte integrante dell'impegno del Governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l'obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento. A questo fine, il Governo si e' adoperato in favore della ripresa del dialogo e del negoziato, moltiplicando le occasioni di incontro con le parti coinvolte nel conflitto medio-orientale ... ricevendo conferma della loro volonta' di riavviare il negoziato di pace e giungere all'obiettivo dei due Stati ».
L’Agi riferisce le prime reazioni alla mossa italiana. Nemer Hammad, ex rappresentante dell'Olp in Italia e oggi consigliere di Abu Mazen, l’ha definita una decisione "giusta", che dara’ "una prospettiva internazionale per mettere fine all'occupazione israeliana". L'ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, si e' detto invece "molto deluso".
In Cisgiordania e a Gaza, sempre secondo quanto riferisce l’Agi, c'e' un clima di festa, anche se molti riconoscono che la situazione sul terreno non cambiera. In Israele, invece, l'atmosfera e' di rassegnazione.
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