Scritto per EurActiv il 23/11/2012
Il Vertice straordinario
sulle prospettive finanziarie dell’Unione europea 2014/2020 riprende, oggi, a
Bruxelles, alle 12.00, dopo una pausa per valutare la proposta di compromesso
presentata ieri sera dal presidente della riunione Herman Van Rompuy, per il
quale “un accordo è a portata di mano”. Sulle discussioni, protrattesi fino a
mezzanotte e poi aggiornate, incombe l’ipotesi di un rinvio, avanzata fin
dall’arrivo al Justus Lipsius dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Un rinvio non
avrebbe sull’Ue un impatto negativo immediato, ma confermerebbe la difficoltà a
decidere che, in questo momento, hanno i Paesi dell’Unione: nelle ultime
settimana, sono andate a vuoto riunioni sulla crisi della Grecia per evitare la
bancarotta di Atene, sul bilancio suppletivo 2012 e su quello previsionale
2013, tutte decisioni ben più urgenti delle prospettive finanziarie a medio
termine.
La bozza di
compromesso elaborata da Van Rompuy dopo un giro di ‘confessionali’, cioè
d’incontri bilaterali con tutti i leader Ue per misurarne priorità
irrinunciabili e possibili concessioni, prevede una riduzione di circa 80
miliardi di euro rispetto alle proposte iniziali della Commissione europea, un
po’ più del 5% del totale, ma modifica i tagli già ipotizzati venendo incontro
alle richieste di Italia e Francia, fra gli altri, di colpire di meno le
politiche di coesione e l’agricoltura.
Se Van Rompuy è
ottimista, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz è scettico,
mentre altri leader sottolineano che il negoziato resta difficile. Il
commissario europeo Olli Rehn, ieri, era stato il più positivo, sicuro che
tutti i leader “sapranno superare le loro rispettive linee rosse” e andare
verso il compromesso.
Il premier
italiano Mario Monti sta valutando la proposta di Van Rompuy, dopo avere
sottolineato che non accetterà “penalizzazioni” per l’Italia e indicato le
stelle polari d’una possibile intesa: “Equità, solidarietà, uso efficiente
delle risorse”. Monti è scortato al Vertice dai ministri Barca, Catania e
Moavero, a conferma che le priorità sono coesione e agricoltura.
Il presidente francese
François Hollande, come in genere tutti i leader dei Paesi dell’Europa
centrale, vorrebbe meno tagli rispetto alle cifre della Commissione, la Merkel
di più. Il premier britannico David Cameron smentisce le indiscrezioni del
Financial Times su una sua linea morbida, conferma che Londra vorrebbe in
pratica congelare il bilancio Ue fino al 2020 sui valori 2011 e fa sapere che non
intende rinunciare al proprio sconto sul contributo al bilancio comunitario,
senza, però, evocare l’ipotesi d’un ricorso al veto.
In queste ore, a
Bruxelles, si dice ad alta voce quel che si sussurra da giorni a Berlino: che
un rinvio non sarebbe per nulla drammatico. E si parla di un nuovo Consiglio europeo
straordinario a gennaio, perché il calendario di dicembre è già occupato da un
Vertice consacrato all’Unione bancaria.
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