“Se non acceleriamo l’integrazione, perderemo i popoli
europei”: lo afferma Sylvie Goulard, deputata europea del Gruppo dell’Alleanza dei
Democratici e dei Liberali per l’Europa, autrice l’anno scorso di un libro
scritto a quattro mani con il premier Monti, ‘La democrazia in Europa’. EurActiv.it l’ha intervistata, alla luce
dell’esito delle elezioni italiane.
Il risultato del voto
l’ha sorpresa?, la preoccupa? “La sorpresa non c’è stata, perché l’avanzata
di Grillo era stata percepita negli ultimi giorni. La preoccupazione è di sapere
se e quando Italia avrà un governo e quale sarà l’influenza di personaggi che
hanno fatto campagna contro l’euro e l’Unione, senza però spiegare ai cittadini
che certe scelte non risolvono i problemi, ma li aggravano. Rispetto il
risultato delle elezioni, ma, per ora, non possiamo dire dove e fin quando
andiamo avanti insieme”.
“Nella campagna italiana, ci sono stati forti toni
anti-tedeschi. E in Germania si sentono forti toni anti-italiani. Non abbiamo
fatto l’Europa per arrivare a questo livello di confronto nazionale. Ci possono
essere risposte ai problemi di destra, di sinistra, o verdi, ma sempre europee,
non nazionali. Questa situazione è il risultato di un’involuzione sbagliata
delle Istituzioni europee”.
Il risultato italiano
è riproducibile in altri Paesi? “Altrove, non ci sono né Berlusconi né
Grillo, quindi non si può dire. Ma le democrazie in Europa sono
interdipendenti, com'è spiegato nel libro che ho scritto con Monti, su entrambi
i piani, europeo e nazionale… Certo la contestazione di come il Consiglio
europeo decide -il Consiglio europeo, dico bene, non l’Unione europea-, senza
un dibattito pubblico, senza trasparenza né democrazia, potrebbe trovare un’eco
anche in altri Paesi”.
Ci sono state carenze
da parte dell’Europa? “Certo che ci sono state. Ma, nel libro, con Monti,
notiamo che abbiamo grandi dibattiti a livello nazionale, dove facciamo messe
cantate, mentre, a livello europeo, i cittadini non hanno la possibilità di
dire la loro sulle scelte da fare… Siamo a uno stadio di sviluppo incompiuto
dell’integrazione e della democrazia: siamo a metà della strada, ma se non
acceleriamo perderemo i popoli”.
E quale può essere la
risposta europea nel breve periodo? “E’ difficile innescare in tempi brevi cambiamenti
istituzionali. Ma i capi di Stato o di governo potrebbero accettare, come primo
passo, alcune indicazioni del Parlamento europeo, che ha chiesto di
accompagnare le politiche d’austerità con altre politiche per la crescita e
l’occupazione, come gli eurobonds e gli europrojects”.
“Un altro caso è il bilancio europeo. Tutti i gruppi del
Parlamento sono d’accordo: quello varato è un bilancio del passato. Vediamo
aumentare la povertà nell’Unione, dobbiamo davvero contrastarla a livello
europeo”.
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