La piccola Cipro, neppure un milione di abitanti, spaventa
l’Unione europea e non solo: c’è apprensione sui mercati, dopo che
l’Eurogruppo, nella notte tra venerdì e sabato, ha subordinato l’aiuto
internazionale a Nicosia per 10 miliardi di euro a un prelievo forzoso sui
conti correnti dell’Isola, giudicandone “ipertrofico” il settore creditizio. Dopo
manifestazione di protesta e momenti di panico a Cipro, sono ora in corso
negoziati per rivedere le modalità del prelievo, esentandone, ad esempio, i
piccoli risparmiatori.
Nell'attesa, è stata rinviata a domani la riunione del
parlamento cipriota che doveva pronunciarsi già oggi sul provvedimento, giudicato
rischioso dagli operatori finanziari e avversato dalla Russia, che ha un grosso
peso sul sistema bancario dell’Isola e che teme “conseguenze negative” anche
altrove nell'Eurozona. Il presidente russo Vladimir Putin boccia il prelievo
forzoso come “ingiusto e pericoloso”.
In Italia, il presidente della Consob Giuseppe Vegas appare,
invece, rassicurante ed esclude i rischi di contagio. Con un segnale di
normalità, domani, a Cipro, le banche saranno regolarmente aperte, dopo che
s’era ipotizzata una giornata di blocco in più –oggi, l’Isola celebra una festa
ortodossa, l’equivalente del Mercoledì delle Ceneri.
All’alba di sabato, il nuovo
governo cipriota, guidato dal neo-eletto presidente Nikos Anastasiades, aveva
ottenuto dall’Eurogruppo l'ok a un piano di aiuti "fino a 10
miliardi" di euro –la richiesta era di interventi per 17 miliardi, pari circa al pil dell’Isola-.
Obiettivo, sostenere il settore creditizio, messo a dura prova negli ultimi tre
anni dalla crisi greca e dalla ristrutturazione del debito di Atene, verso il
quale le banche cipriote erano molto esposte. Il programma di assistenza
prevede l’imposizione d’una tassa straordinaria
sui depositi bancari del 6,75% per quelli inferiori
e del 9,9% per quelli superiori ai 100 mila euro. Le entrate così previste, ha
detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, sono calcolate in 5,8
miliardi.
Il caso Cipro mette sotto pressione i mercato
europei,
nel timore che possa riaccendersi la crisi del debito nell'Eurozona: le borse
chiudono negative, ma lo spread, che apre in rialzo, ripiega poi a 323, mentre l'oro
sale. Le autorità di Nicosia fanno i conti con la fuga di capitali provocata da
avvisaglie della decisione dell’Eurogruppo: in una settimana, 4,5 miliardi di
euro hanno lasciato l’Isola; sono 20 dall'inizio dell'anno. Tra chi ha
trasferito i suoi soldi all’estero vi sarebbero anche molti uomini politici.
Eppure, sul fronte europeo, la giornata, per l’Italia, non è
negativa. A pochi giorni dalle conclusioni del Vertice europeo, che hanno
lasciato la porta aperta alla possibilità che “i paesi virtuosi” sforino la
parità di bilancio con investimenti produttivi, la Commissione europea ha oggi
dato alle autorità di Roma un altro via libera. il peso dei pagamenti arretrati
della pubblica amministrazione italiana nei confronti di imprese e fornitori
potrà essere conteggiato in modo flessibile su deficit e debito. L'indicazione
giunge da Bruxelles dopo un'intesa in tal senso raggiunta tra i vice-presidenti
dell’esecutivo comunitario Antonio Tajani –industria- e Olli Rehn –finanze-. L'Italia
deve ora preparare un piano di rientro per i debiti contratti dalla pubblica
amministrazione con le imprese prima del 31 dicembre 2012: una cifra situata, a
seconda delle fonti, tra i 60 e i 100 miliardi di euro. Per i pagamenti
pattuiti dal 1.o gennaio, valgono, invece, le nuove norme europee, che
impongono saldi a 30 o, in casi eccezionali, a 60 giorni.
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