“Senza il doppio binario del rigore e della crescita, è in
pericolo non solo l’Eurozona, ma tutta l’Unione”: lo afferma Guy Verhofstadt,
europeista convinto, presidente del Gruppo dell'Alleanza dei
Democratici e dei Liberali per l'Europa al Parlamento europeo, ex premier belga.
EurActiv.it l’ha intervistato, alla luce dell’esito delle elezioni italiane.
Il risultato del voto
l’ha sorpresa?, la preoccupa? “L’elettorato italiano è stato ‘preso in
mezzo’ fra due populismi: il movimento di Grillo mi pare una sorta di reazione
a un decennio di Berlusconi al potere. La vittima di questa situazione è stato
Monti, finito lui schiacciato fra i due populismi. Però, mi pare che il voto italiano, prima che
anti-Europa, sia anti-politica: i cittadini italiani sono stufi dei loro
politici corrotti, mentre oltre il 70% di loro non vogliono lasciare euro,
perché sanno che fuori dall’euro ci sono solo svalutazioni per riconquistare
competitività e impoverimento”.
Comunque, la conseguenza dei
risultati “è che in 24 ore lo spread è salito e che il lavoro di mesi è
svanito in un lampo. E’ una buona lezione per quei leader europei che pensavano
che l’intervento di Draghi, il settembre scorso, non fosse opportuno; e invece
aveva calmato i mercati, e pure i politici… Però, il fatto che quel che accade
in Italia basti a esporre di nuovo l’euro a rischi significa che la crisi non è
superata…”.
Ci sono state carenze
da parte dell’Europa? “Abbiamo una larga parte di responsabilità” per
l’esito del voto in Italia, “perché non abbiamo dato a Monti il minimo aiuto,
pur avendolo l’Ue sostenuto fin dall'inizio. Monti era partito con un enorme
appoggio politico e popolare, ma tutto è evaporato, perché l’Unione non l’ha
aiutato nelle sue riforme: è stato più volte a Berlino e a Bruxelles a chiedere
aiuto, perché tassi di interesse e spread potessero scendere in modo drastico.
Se l’avessimo aiutato, allora avrebbe potuto prendere iniziative per la
crescita e gli investimenti: misure che avrebbero dato ossigeno all'economia,
mentre alzare le tasse serve solo a deprimerla. Ma non ha potuto farlo: qui,
c’è una colpa dell’Europa. Metà degli sforzi chiesti da Monti ai cittadini
italiani sene sono andati per pagare gli interessi del debito”.
E quale può essere la
risposta europea nel breve periodo? “Non possiamo limitarci all'austerità,
dobbiamo spingere la crescita e promuovere una fondamentale ristrutturazione
della costruzione europea. Abbiamo un’unione monetaria, ma non abbiamo gli
altri strumenti necessari: non abbiamo per ora un’unione bancaria, economica, economica, politica”
“Se c’è un vantaggio in tutto ciò, è che le elezioni
italiane possono suonare la sveglia ai leader europei, che la crisi non è
superata, che non possiamo risolverla senza un’Unione monetaria e senza la prospettiva di quella politica e che la
disciplina di bilancio è una cosa buona, ma da sola non basta. Ci vogliono
solidarietà e crescita: bisogna usare la dimensione europea, dagli eurobonds
agli europrojects”.
“Se non viaggiamo su entrambi i binari, in pericolo non è solo
l’eurozona, ma tutta l’Unione. Spero che le elezioni italiane mettano pressione
sui leader europei, che agiscono solo quando hanno le spalle al muro e non
hanno altra scelta”.
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