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lunedì 25 marzo 2013

Punto: Ue, Cipro, panacea o bomba ad orologeria nell'euro

Scritto per l'Indro il 25/03/2013
Le borse europeee hanno fatto festa per mezza giornata. Poi, hanno chiuso negative e Milano ha pure vissuto brutti momenti. Lo spread, che era sceso, risale sulle quote consuete di questi giorni, 326. Prevale l’analisi di quanti considerano il salvataggio di Cipro annunciato la scorsa notte dall’Eurogruppo una sorta di bomba ad orologeria nel cuore dell’euro, pronta a detonare a breve. Molti indizi, infatti, fanno sospettare che l’uscita dall’euro dell’isola non sia stata scongiurata e che il rischio contagio resti.
E i segnali di cedimento di Italia e Francia non lasciano tranquilli sul futuro prossimo, al punto che le agenzie di rating avrebbero già il colpo in canna, nonostante che, a bocce fredde, il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, presenti l’intesa trovata come un nuovo modello per la zona euro, con la chiamata di investitori e correntisti a essere partecipi della ristrutturazione delle banche.
A Bruxelles,tutte le dichiarazioni ufficiali sono improntate a soddisfazione. Il presidente del Vertice Herman Van Rompuy parla di “accordo essenziale per assicurare un futuro sostenibile a Cipro”. E il commissione agli Affari economici Olli Rehn sostiene che “adesso possiamo lavorare per aiutare i ciprioti a ricostruire la loro economia”.
Di riffa o di raffa, quando le prefiche dell’euro già intonavano le orazioni funebri, l'Eurogruppo ha dunque varato il piano di salvataggio per Cipro: l’accordo è stato raggiunto nel cuore della notte, dopo un fine settimana di negoziati convulsi: sabato nell’isola, tra autorità locali e troika; e domenica a Bruxelles tra il presidente cipriota Nikos Anastasiades e i responsabili delle istituzioni comunitarie coinvolte e l’Fmi. "L'accordo raggiunto stasera mette fine alle incertezze su Cipro e sulla zona euro": ha detto Dijsselbloem: "L'intesa evita i prelievi coatti sui depositi bancari e ristruttura profondamente il settore bancario cipriota".

La riunione dell’Eurogruppo è iniziata domenica a tarda sera e s’è conclusa verso le 2 del mattino. "L’accordo –ha spiegato Dijsselbloem- prevede un'appropriata riduzione del settore bancario”, che è attualmente sovradimensionato e che “raggiungerà la media europea nel 2018”. Inoltre, Cipro “s'impegna ad un programma di consolidamento dei conti, con riforme e privatizzazioni".

Per il governo cipriota, è stata così sventata l’uscita dall’euro dell’isola. E il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che le conclusioni dell’Eurogruppo non richiedono un voto d’approvazione del Parlamento di Nicosia:la barriera contro cui s’era infranto il piano varato solo una settimana fa.

Il direttore dell’Fmi Christine Lagarde raccomanderà al Fondo di partecipare al salvataggio. La Lagarde giudica l’accordo "buono", perché "protegge i depositi sotto i 100 mila euro, limita le misure alle due banche maggiormente problematiche e divide il peso tra Ue e Cipro in modo equo" (10 miliardi di euro a carico dell’Eurozona, circa 6 a carico dell’isola).

Le misure previste riguardano solo le banche Laiki e Bank of Cyprus. La Laiki sarà prima divisa, bad bank e good bank, e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d'emergenza della Bce. Gli altri istituti di credito non saranno toccati.

I depositi sotto i 100 mila euro della Laiki saranno garantiti; quelli sopra i 100 mila subiranno prelievi che saranno decisi durante il processo di liquidazione. Anche la Bank of Cyprus subirà perdite, ma non sarà l'Eurogruppo a stabilirlo: lo farà nelle prossime settimane la troika, assieme alle autorità cipriote.

L’isola,però, non è fuori dalle secche. Le misure prese in materia di circolazione dei contanti sono inedite per l’Europa: non potranno essere prelevati più di cento euro al giorno. Di fatto, nasce così  un euro di serie B, con diritti contingentati. La riapertura delle banche, prevista domani, potrebbe slittare: l’attività agli sportelli potrebbe essere la miccia di un’esplosione speculativa pesante. Senza contare il debito pubblico cipriota, che, dopo quest’ondata di prestiti, tagli, ristrutturazioni, rischia di diventare ingestibile. Tanto che la Commissione europea già ne studia una ristrutturazione.

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