Ci sono posti che, a visitarli, mettono i brividi: si sente
che lì è passata la crudeltà dell’uomo e che vi ha lasciato il proprio marchio.
Sant’Anna di Stazzema è uno di questi. E, i brividi, li ha certo sentiti il
presidente tedesco Joachim Gauck, che davanti all’ossario delle vittime della
strage nazista s’è ieri stretto in un lungo abbraccio con il presidente
italiano Giorgio Napolitano. E li aveva sentiti, l’estate scorsa, il presidente
del Parlamento europeo Martin Schulz, tedesco come Gauck, protagonista in
Italia di ‘viaggi della memoria’ che lo hanno già portato pure a Marzabotto.
Per Napolitano, quello che lui stesso ha definito l’ultimo
giorno di atti pubblici del suo settennato è stato intriso di ricordi fra i più
tragici dell’Italia, prima le Fosse Ardeatine, poi Sant’Anna, orrori attraverso
cui passò il riscatto dal fascismo della Resistenza e della Repubblica. Per
Gauck, è stata la prima volta a Sant’Anna d’un presidente tedesco: corone al
monumento, l'abbraccio, attimi densi di silenzio e di emozione.
In questo borgo sulle alture delle Versilia, il 12 agosto
1944, le SS, con fascisti collaborazionisti, massacrano 560 civili, in gran
parte bambini, donne, anziani. Per quell'eccidio, furono condannati
all'ergastolo dal tribunale militare di La Spezia , nel 2005, 10 ex SS; e la Cassazione nel 2007
ratificò il verdetto. Ma giudici tedeschi disposero, in seguito,
l'archiviazione della vicenda: sentenze forse corrette, a termine di legge, ma
che turbarono le coscienze italiane (e pure molte tedesche). Anche se tutti
sanno i limiti di una giustizia resa quasi 70 anni.
Gauck, un pastore protestante, paladino dei diritti
dell’uomo nella Germania comunista, non elude la questione: "La
riconciliazione non può essere oblio, dimenticanza, perché i crimini compiuti
qui per la loro efferatezza inenarrabile non possono essere dimenticati … Le
vittime di questi crimini hanno diritto a memoria e commemorazione perché non
sono vittime anonime di accanimenti, ma hanno nomi che noi dobbiamo
ricordare". Napolitano concorda: “La memoria –dice- è la giustizia più
alta” e non ha bisogno di giudici per essere rispettata; e la memoria condivisa
degli orrori è la pietra angolare su cui è costruita l’integrazione europea.
Evocando le vicende giudiziarie, Gauck aggiunge: "L'opinione
pubblica non deve tacere se tacciono i tribunali … A Sant'Anna, la dignità
degli uomini è stata calpestata … E se noi siamo qui a celebrare il miracolo
della riconciliazione, è importante menzionare gli accadimenti, è importante
chiamare sempre i crimini con il loro nome".
Tra Napolitano e Gauck c’è un’intesa forte, già emersa nella
visita di commiato alla Germania fatta, il mese scorso, dal presidente
italiano. Gauck gli testimonia grande considerazione: "Volevo venire qui
con lei, che ha combattuto contro nazismo e fascismo … Volevo ringraziarla per
la fratellanza che c'é tra i nostri due Paesi".
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