Il taxi mi si ferma davanti: piove, non forte, ed
ero pronto ad aspettarlo più a lungo degli annunciati 5 minuti. Invece, arriva
persino in anticipo. Salgo: do l’indirizzo dove devo andare, scambio battute
sull’itinerario, mi metto a consultare mail e sms. Cioè, vorrei mettermici,
perché il taxista, un uomo non giovane –mi dirà avere 69 anni-, ha voglia di
chiacchierare.
Prima misurando le parole, perché non si sa mai chi
ti prendi a bordo, poi con sempre meno freni, mi spiega che è tutto da rifare,
che devono andare tutti a casa. L’Italia di sempre, quella di Bartali, oggi
quella di Grillo. I partiti sono tutti uguali: hanno il potere e non fanno
nulla. I politici pure, sono tutti uguali: rubano tutti. Il Governo Monti è
stato un disastro: se l’è presa con i poveri diavoli, ha aumentato il costo
della benzina di 10 centesimi e ha messo l’Imu sulla prima casa; e, invece, non
ha tagliato i costi della politica e le pensioni d’oro. E questi che sono stati
eletti ora non sapranno combinare nulla di buono.
Un fiume in piena: pacato, senza asprezze, con molti
riferimenti autobiografici, persino orgogliosi, il mutuo, anzi un doppio mutuo,
la famiglia tirata avanti, i figli che hanno studiato.
La convinzione di avere a che fare con un elettore
grillino mi s’affaccia subito e mi si radica dentro in pochi minuti. Dopo una
decina, a fine corsa, è certezza. Quando sono quasi arrivato e devo solo
pagare, prendere la ricevuta e scendere, azzardo: “E’ lei è sicuro che Grillo
aggiusterà tutto ciò?, l’ha votato per questo?”. Il taxista mi guarda quasi
scusandosi: “No. Ma che c’entra? Io ho votato Berlusconi… Quello mi rendeva
l’Imu…”. Ma come?, tutto da rifare?, tutti a casa?, e poi vota chi ha più
governato negli ultimi vent’anni? “Lo so, ho sbagliato… Ma la prossima volta,
non sbaglio più: voto Grillo”.
L’Italia del Gattopardo si fa un altro giro.
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