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domenica 19 settembre 2010

Afghanistan: elezioni, italiani nell'epicentro della paura

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 19/09/2010

Per gli afghani e' stato il giorno del coraggio, di quelli che sono andati a votare. Ma e' stato anche il giorno della paura, di molti di quelli che non ci sono andati. Ed e' stato un giorno di violenza e di sangue, con scontri, attentati, incidenti, con almeno 14 vittime (ma il bilancio, alla fine, risultera' certamente più grave).

Per i militari italiani, e' stato un giorno complicato, difficile, terribilmente pericoloso, avvelenato dal dolore per l'uccisione venerdì del tenente Romani. La provincia di Herat, nell'Ovest, proprio quella affidata al contingente italiano e' stata l'epicentro degli incidenti più gravi. Ci sono pure stati spari e razzi contro basi degli italiani: tiri di kalashnikov a Bala Morgab, razzi a Bala Baluk. Nessun ferito, gli alpini hanno risposto con i mortai.

S'affaccia il dubbio che i talebani stiano spostando la loro azione militare nella zona di Herat. Se fosse vero, il contingente italiano, che ha gia' subito 30 perdite, si troverebbe in prima linea: un'ipotesi inquietante, mentre la salma di Alessandro Romani, che ha ieri ricevuto l'omaggio dei suoi commilitoni, e' in viaggio per l'Italia. Domani, giorno di lutto a Roma, camera ardente al Celio e poi cerimonia funebre a Santa Maria degli Angeli.

La giornata elettorale e' stata confusa e caotica. L'impressione e' che la 'democrazia' afghana non abbia superato la prova d'appello, dopo le contestate presidenziali, anche se fonti militari Usa e Isaf giudicano le violenze in calo. L'Onu da' giudizi cauti e non pienamente positivi, perche' la sicurezza del voto non e' stata garantita. L'affluenza alle urne, specie fuori dalle grandi citta, non e' stata alta come in passato: bassa a Sud e ad Est, contrastata a Ovest.

Sono solo impressioni, sensazioni, perche' i dati sono scarni e poco attendibili. Si calcola che solo il 40 pc dei 10,5 milioni di potenziali elettori afghani abbiano votato, per scegliere i 249 deputati della Wolesi Jirga, la Camera bassa, fra oltre 2000 candidati. Almeno 68 eletti, per legge, saranno donne.

L'appuntamento elettorale era avversato dai talebani che avevano lanciato un appello al boicottaggio e che, per tenere la gente lontana dalle urne, hanno compiuto violenze ed attentati e hanno ingaggiato combattimenti. I seggi sono rimasti aperti nove ore, dalle 7 alle 16 (ma il 10 pc delle stazioni di voto sono rimasti chiusi). Tutto il territorio afgano e' stato presidiato da forze dell'esercito e della polizia, appoggiate, in caso di emergenza, da reparti di pronto intervento americani o alleati. Gli italiani hanno compiuto diversi interventi.
Tutto il territorio nazionale è presidiato da forze dell'esercito e della polizia afghane, appoggiate per le situazioni di emergenza da reparti di pronto intervento americani e alleati.

Gia' durante la notte, gli insorti avevano colpito con un razzo l'area del quartier generale della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) nel centro di Kabul, senza fare vittime o danni.

Poco dopo, una bomba e' esplosa in un quartiere a sud della capitale, facendo un ferito, mentre una salva di razzi veniva sparata contro una base della Nato nell'Est a Jalalabad, capoluogo della provincia di Nangahar.

Nella provincia di Herat, un bus carico di persone che stavano presumibilmente andando a votare è saltato su un ordigno: sei i morti e cinque i feriti. Il governatore di Kandahar, Toryali Weesa, e' uscito illeso da un attentato, mentre altre esplosioni hanno ucciso almeno sette uomini della sicurezza afgana nella provincia di Baghlan, a Nord.

Impossibile tenere il conto degli incidenti ai seggi. Un episodio politicamente significativo e' il sequestro di 1.500 schede false per un ex vice-ministro del governo talebano (1996-2001), Rehmatullah Wahidyar, in corsa per un seggio: un indizio che l'atteggiamento dei talebani potrebbe cambiare, soprattutto quando i soldati americani e alleati cominceranno a ritirarsi.

Il presidente Hamid Karzai ha votato in una scuola vicino alla sua residenza, auspicando un'alta affluenza. L'esito delle elezioni, i cui risultati saranno noti solo fra settimane, condizionera' i progetti del capo dello Stato di portare avanti una trattativa di riconciliazione con i talebani. Ma Karzai, per essere credibile agli occhi degli afgani, deve pure combattere corruzione e nepotismo.

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