P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

mercoledì 8 settembre 2010

Ue: no ai razzismi, e a Francia e Italia fischiano orecchie

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 08/09/2010

Nel giorno in cui, per la prima volta, un presidente della Commissione europea pronuncia il discorso ‘sullo stato dell’Unione’ di fronte al Parlamento europeo, l’Italia, un tempo campione d’europeismo e di solidarietà, finisce implicitamente sotto accusa per la politica sull’emigrazione e sui rom. Josè Luis Durao Barroso non la cita per nome, come non chiama direttamente in causa la Francia, ma afferma che “in Europa non c'e' posto per il razzismo” e invita tutti “ad agire con sensibilità” su “questioni così delicate” come i diritti degli emigrati, specie quando sono cittadini comunitari, senza risvegliare “fantasmi del passato”. Barroso è già chiaro del suo, ma i capigruppo che commentano il suo discorso lo sono ancora di più: puntano il dito sulla Francia, che camuffa da partenze volontarie il rimpatrio dei rom verso i Paesi d’origine, ma pensano anche all’Italia della Lega o all’Olanda dove un partito xenofobo è divenuto la seconda forza politica nazionale.

Ogni forma di discriminazione “è puramente inaccettabile”, avverte Barroso: tutti i cittadini hanno “diritti e doveri” e ci vuole “equilibrio” tra il rispetto del principio della libera circolazione e quello della sicurezza, evitando “strumentalizzazioni populiste”. Parole che fischiano nelle orecchie del presidente Sarkozy e dei leader leghisti.

Il capogruppo socialista Martin Schulz, quello cui Berlusconi un giorno diede del kapò in aula, include “il governo francese di Sarkozy e Fillon” fra xenofobi e razzisti di questa Europa. E il capogruppo dei liberal-democratici, il belga Guy Verhofstadt, definisce “inaccettabile” quello che sta accadendo in Francia e aggiunge: “purtroppo non è un caso isolato”, perché “diversi altri governi piombano nelle tentazioni del populismo, della xenofobia e del razzismo … e strumentalizzano le paure e le inquietudini”.

Nella scia del dibattito, la Commissione annuncia la creazione di una task force per valutare l’uso fatto nei vari Paesi dei fondi Ue per l’integrazione dei rom. La task force, composta da esperti dell’Esecutivo, presenterà i primi risultati del proprio lavoro entro fine anno.

Il discorso di Barroso non ha (ancora?) il fascino e l’autorità del discorso sullo stato dell’Unione che il presidente Usa fa ogni anno a fine gennaio a Congresso riunito. Ma l’emiciclo di Strasburgo è gremito per il ‘primo giorno
di scuola’ delle istituzioni comunitarie dopo la pausa estiva. E non c’è bisogno di minacciare multe agli eurodeputati renitenti: il progetto, contestatissimo, viene abbandonato, ma pochi seggi restano vuoti. Il presidente delinea priorità, ma inanella soprattutto slogan (“Agire compatti per il successo”, “O nuotiamo insieme o affondiamo insieme”, “Più scienza e meno burocrazia”, bisogna “lavorare di più”).

Punti concreti ve ne sono. Barroso rilancia l’idea di eurobond per finanziare le grandi infrastrutture europee; vuole tassare le transazioni finanziarie e “bandire le vendite allo scoperto”. Si delineano conflitti con i governi dei 27. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble, a Bruxelles per l’Ecofin, dice: “Sono idee che, lontano da qui, appaiono un po’ irrealistiche”. Nonostante divisioni su tasse e banche, l’Ecofin vara il semestre europeo per coordinare le finanziarie nazionali e porta avanti la riforma della vigilanza finanziaria.

Nessun commento:

Posta un commento