Scritto per Il Fatto Quotidiano del 08/09/2010
R.I.P.(Requiescat in Pace, Riposi In Pace) sulla tomba di marmo dell’Italia, come sulle croci di legno delle tombe dei pionieri lungo i sentieri delle carovane del West o sulle croci bianche dei cimiteri di guerra: è l’epigrafe del WSJ sull’Italia che “sta morendo demograficamente”, anzi che sta commettendo “un suicidio demografico”. “Entro il 2050 –scrive il giornale- il 60% di italiani non avranno fratelli o sorelle, né zii o zie”. Né li aiuterà a colmare le lacune l’artificio, che colpisce il Daily Mail, di quel catanese che conserva la salma della zia in freezer per un anno per poterne continuare a incassare la pensione. La debolezza demografica dell’Italia, così come il fenomeno dei ‘bamboccioni’, attirano talora l’attenzione della stampa estera. Ma il WSJ stavolta ci dedica una sorta di necrologio (almeno un po’) prematuro: la bassa natalità “minaccia di avere conseguenze sociali ed economiche catastrofiche”, scrive Giulio Meotti, affermando, in base a stime dell’istituto di ricerca Max Planck, che, di questo passo, la popolazione italiana scenderà a 10 milioni di persone entro la fine del secolo, senza tenere conto dei flussi migratori, che potrebbero ridurrci a minoranza a casa nostra. Il 22% della popolazione è già fatto da pensionati e il 15% del pil va in previdenza. C’è una cura? La fede, pare, non serve, perchè in Occidente i Paesi laici sono più prolifici di quelli religiosi. Forse, un po’ d’ottimismo e di fiducia in un futuro migliore. Ma, se questo è il presente, come si fa?
mercoledì 8 settembre 2010
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