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giovedì 23 settembre 2010

Usa: Obama e i generali, guerre dai gay all'Afghanistan

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/09/2010

Con i militari, il presidente Obama –si direbbe- lega poco (e pure con gli economisti, che sono una razza ben diversa, ma che gli stanno dando un dispiacere via l’altro). In realtà lo smacco ‘militare’, l’altra sera, a Washington, al presidente l’ha dato il Senato, rinviando ‘sine die’ il dibattito sull’ok all’accettazione completa degli omosessuali nelle Forze Armate. E' una promessa del primo nero alla Casa Bianca, che vuole abrogare la pratica del "Don't ask, don't tell" che risale a Bill Clinton: io, Pentagono, non ti chiedo quando ti arruoli quali sono i tuoi orientamenti sessuali, ma tu non me lo dire (e, soprattutto, non farmelo capire in servizio).

Allo smacco militare, che Obama non considera definitivo (sostiene di potercela ancora fare), si somma la defezione del consigliere economico della Casa Bianca, Larry Summers, personaggio da sempre controverso. L’uscita di Summers, dopo quelle del responsabile del budget Peter Orszag, della capa dei consiglieri economici Christina Romer e di Herbert Allison, il gestore del piano ‘salva banche’, potrebbe persino favorire la coesione e l’intesa della squadra del presidente.

Però, tanto fermento, a sei settimane dalle elezioni di midterm, suona un po’ ‘fuggi fuggi’. E il voto di martedì condanna Obama a non rispettare, almeno per ora, un impegno elettorale forte: in Senato, i democratici hanno una maggioranza netta, ma non sufficiente a dettare i tempi d’una procedura, se i repubblicani sono compatti, come lo sono stati. Il fatto è che la storia dell’abrogazione del “Don’t ask, don’t tell” non convince i vertici delle Forze armate: lo si era già capito bene a marzo, quando un generale in congedo, John Sheehan, aveva accusato i gay presenti tra i militari olandesi di essere responsabili della strage di Srebrenica, in Bosnia, nel 1995 (8.000 circa le vittime).

Sheehan si scusò e ritrattò. Ma andiamoci a leggere le dichiarazioni successive: il segretario alla difesa Robert Gates, un repubblicano, e il capo di Stato Maggiore Mike Mullen “non sono contrari” alla revisione (che non è proprio un appoggio entusiastico). Il comandante dei marines James Conway è “assolutamente contrario”; e il suo successore designato James Amos è sulla stessa linea.

Che Obama non fosse il presidente dei militari, era chiaro fin dall’inizio. Le Forze Armate, specie l’Esercito, più ancora i marines, sono una riserva repubblicana: fosse stato per loro alla Casa Bianca sarebbe arrivato di sicuro John McCain, l’antagonista di Obama, eroe di guerra, pilota della Navy abbattuto su Hanoi e rimasto per sette anni prigioniero dei Vietcong.

Invece, i generali si sono trovati un presidente nero e democratico, che voleva arruolare i gay, ritirarsi dall’Iraq –cosa che ha fatto- e ridisegnare la strategia in Afghanistan. Per farlo, chiamò un idolo dei soldati, il generale Stanley McChrystal, Accademia di West Point, guerra del Golfo e campagna d’Iraq. Il suo comando in Afghanistan è durato un anno, fino a giugno, quando sfogò su Rolling Stone, con linguaggio da caserma, tutto il suo disprezzo verso l’Amministrazione e il presidente. Anche McCrystal i gay in divisa non li vuole proprio.

1 commento:

  1. A dire il vero che Larry Summers se ne sarebbe andato alla prima occasione lo si sapeva anche da subito. La posizione stessa era temporanea, creata per arginare la terribile crisi finanziaria del ottobre 2008. Ha dato il suo contributo e adesso passa ad altri impieghi. Notoriamente Summers e' un uomo molto difficile con cui lavorare, puo darsi che Geithner ne abbia tirato un respiro di sollievo. Summers, da parte sua, si e' allontanato un po da Harvard, dove non e' molto ben visto, e ritorna adesso con un immagine leggermente migliorata, mentre si guarda in giro per cercarsi una posizione di prestigio al pari suo.

    in quanto al fuggi-fuggi, e' normale che certi "advisors" decidano di andarsene. Il fuggi-fuggi era piu grande con Bush, ma non viene sempre detto.

    In quanto ai problemi interni, alla fine della giornata il punto rimane che (gli) Obama, alla Washington politica (GOP) e Pentagono, non piacciono. E la ragione e' una sola.

    obama non e' uno stupido, e gli e' ben chiaro che l'America non puo continuare a spendere tutti quei soldi per delle guerre stupide. Dubito che gli americani sappiano quando spendono e come spendono i loro dolalri in Iraq.
    ... e poi Bush e McCain dicevano che il "Surge" funziona. E come no? con quello che gli costava!

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