Scritto per Il Fatto Quotidiano del 12/09/2010, non pubblicato
Se c’è un evento italiano di cui tutti parlano, ma proprio tutti, più del GP di Formula 1 di Monza, è la Mostra del Cinema di Venezia: i film, le star, le interviste, i pettegolezzi. Al confronto, la Biennale di Architettura è una parente povera, anche se Le Figaro la definisce “un sogno ad occhi aperti”, Les Echos trova che “non ha orrore del vuoto” e FT la dice “bella da vedere, pur se leggera nelle idee” (e sta pure sul NYT). Della Mostra, i protagonisti sono, sulla stampa internazionale, John Tuturro (al Guardian dice che Napoli gli ricorda un po' New York degli Anni 70) e Tarantino, o i film italiani su Vallanzasca e su Nassiriya. Ma s’è molto parlato pure della contestazione d’apertura, con le sagome dei poliziotti sul tappeto rosso. Oltre cronache e critiche, gossip che con Venezia c’entrano poco, ma ne traggono linfa: la villa nel Veneto di Brad Pitt e Angelina Jolie (El Pais e Daily Mail), il matrimonio che non si farà tra Elisabetta Canalis e George Clooney (El Mundo) e le fortune del villaggio abruzzese di Santo Stefano di Sessanio –Sextantio- indotte da ‘The American’ del generoso Clooney (Daily Mail e molti altri). Fra tanta gloria, uno smacco per il cinema italiano: in una delle sue classifiche un po’ demenziali, Time colloca Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato al terzo posto fra i film più ridicoli per la loro violenza (consoliamoci, al primo c’e’ la Passione di Cristo di Mel Gibson).
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