Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/09/2010
Ce lo siamo proprio meritati, il titolo che ci dedica Foreign Policy, autorevole rivista statunitense: l’Italia di Mr B è “The Bordello State” (superfluo tradurre). James Walston, professore di relazioni internazionali alla American University di Roma, non scrive per sentito dire e usa Dante come guida: cita il Purgatorio, Canto VI, “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!“, ma colloca l’Italia di Berlusconi all’inferno. La critica al premier spazia dalla vita privata – “le sue residenze sono diventate bordelli, non solo metaforicamente”– alle scelte politiche ed economiche fino all’attuale leadership volubile (elezioni sì, elezioni no; campagna acquisti sì, nuovo gruppo no; grandi riforme, o anche no purchè si tocchi la giustizia). E la politica estera non è un paradiso, anzi, con quegli angeli custodi demoniaci che sono Putin e Gheddafi. Walston richiama la tesi di Maurizio Viroli, secondo cui che l’Italia ha trasformato “senza violenza una repubblica democratica in una corte con al centro un signore feudale circondato da cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine di gente con spirito servile”. E chiosa crudamente le polemiche di giornata sulle parlamentari ‘prostituitesi’: “Il problema non è che alcune donne approdino in Parlamento attraverso la camera da letto; è che uomini e donne, giornalisti e professionisti, abbiano ceduto, più che il loro corpo, la loro mente e i loro principi”. E qui siamo a Goethe: un Paese di Faust.
giovedì 16 settembre 2010
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