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venerdì 15 aprile 2011

SPIGOLI: l'Italia che va in pezzi, il Ponte di Rialto

Scritto per Il fatto Quotidiano del 15/04/2011

C’è sempre un pezzo d’Italia che va a pezzi. E la stampa estera lo scova. Nel giorno in cui Il NYT, dopo l’Independent, abbocca all’esca lanciata del neo-ministro dei beni culturali Fabrizio Galan, che annuncia “una nuova fase” nella preservazione di Pompei, Le Monde constata che in Italia “le antichità non sono tutte delle star” ed El Pais canta il ‘de profundis’ per il Ponte di Rialto a Venezia, dandogli un posto di rilievo sulla copertina del sito e puntando il dito contro l’incuria e la burocrazia italiane. Il giornale spagnolo osserva che i lavoratori di Venezia, carpentieri e marmisti, si sono offerti di restaurare il monumento, ma che il cantiere non si apre per lungaggini burocratiche. Uno pensa alla scarsità dei fondi. Ma il buffo, o il tragico, è che i ‘volontari del restauro’ sono pronti a lavorare gratis, mettendoci chi il materiale e chi la manodopera, solo che vogliono non rimetterci l’Iva. E questo pare essere un ostacolo insormontabile. Intanto, i pezzi vengono giù: una colonnina del ponte che dal XVI Secolo scavalca il Canal Grande, e che oggi è il più fotografato dai turisti, è recentemente crollata; e, l’anno scorso si era rotto un pezzo della balaustra, mentre quattro colonnine mancano da tempo. Da mesi, il ponte è sotto osservazione con macchinari che ne registrano le oscillazioni: la stabilità dell’opera non è in forse, ma la superficie è coperta della fuliggine dei secoli. A subire “profonde crepe –scrive Lucia Magi- è la credibilità di una città che non riesce ad avere cura dei suoi simboli più universali”.

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