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sabato 9 aprile 2011

UE: Schengen, la libera circolazione ha regole ed eccezioni

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 09/04/2011

Schengen è una località del Lussemburgo dove, nel 1985, venne firmato da cinque degli allora 15 Paesi Ue l’accordo per eliminare progressivamente i controlli alle frontiere interne europee e per garantire meglio la libertà di circolazione delle persone. L’Italia all’inizio non c’era (vi aderi’ solo nel 1990): il primo nucleo era costituito da Germania, Francia e i tre del Benelux.

Oggi, l’accordo di Schengen è divenuto una convenzione ed è parte del Trattato dell’Unione. L’area Schengen coinvolge 23 Stati Ue (tutti, tranne la Gran Bretagna e l’Irlanda, che hanno scelto di restarne fuori, e la Bulgaria e la Romania, gli ultimi arrivati che non hanno ancora le carte in regola per esservi ammessi) e, inoltre, Islanda, Norvegia, Svizzera, Liechtenstein e pure, in forza degli accordi bilaterali con l’Italia e con la Francia, il Vaticano, San Marino e Monaco. In tutto, 30 Paesi.

La convenzione di Schengen definisce le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione delle persone e prevede l’assenza di controlli alle frontiere interne dell’Unione. Gli Stati, pero’, mantengono il diritto di compiere controlli sporadici, fino a 20 chilometri di distanza dal confine, se emergono problemi specifici, ad esempio di sicurezza o di ordine pubblico.

Quanto ai permessi di soggiorno temporanei, tipo quelli che l’Italia ora riconosce agli immigrati tunisini arrivati fino al 6 aprile, essi sono previsti, ma devono essere notificati alle autorità comunitarie e, inoltre, non comportano , automaticamente, che le persone che ne beneficiano possano liberamente passare dall’uno all’altro Paese dell’area Schengen. Per farlo, i beneficiari devono, infatti, soddisfare alcune condizioni, oltre che avere il permesso di soggiorno temporaneo: avere un passaporto valido; disporre di risorse sufficienti; non costituire una minaccia o un turbamento per l’ordine pubblico; e avere una buona ragione per il loro soggiorno (tutte condizioni riprese nella circolare trasmessa, giovedi’, ai prefetti dal governo francese). Sia Roma che Parigi hanno notificato, nelle ultime ore, i rispettivi provvedimenti alle autorità europee.

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