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martedì 5 aprile 2011

USA: Obama si ricandida, per ora è senza avversari

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 05/04/2011

Non che ci fossero dubbi di sorta. Ma adesso è ufficiale: a 19 mesi dalle elezioni presidenziali del 6 novembre 2012, il presidente statunitense Barack Obama ha ufficialmente annunciato ieri di volersi candidare a un secondo mandato di quattro anni alla Casa Bianca. E, nonostante il campanello d’allarme suonato dagli americani nel voto di midterm del 2 novembre scorso, Obama è il favorito della corsa 2012, soprattutto per due motivi: primo, la possibilità di arrivare alla consultazione essendosi lasciato alle spalle la crisi economica che ha segnato tutta la prima metà del suo mandato; secondo, la mancanza, almeno per il momento, fra i repubblicani di un candidato davvero forte e carismatico.

In un messaggio video trasmesso per e-mail ai suoi sostenitori, Obama ha annunciato di avere depositato “i documenti per lanciare la campagna 2012”. E ha invitato i suoi supporters a mobilitarsi “molto prima che venga il momento di lanciarmi nella campagna”. Di solito, il presidente in carica alla ricerca di una conferma attraversa senza ansie la stagione delle primarie, perché è difficile che trovi, nel suo partito, rivali che l’impensieriscano, e può restare alla finestra –risparmiando soldi ed energie- fino a quando i rivali non abbiano scelto il loro candidato. Dunque, per Obama la fase più intensa della campagna elettorale comincerà con la convention democratica, in calendario a Charlotte, nella Carolina del Nord, all’inizio di settembre del 2012, e non durerà più di 60 giorni.

Se in campo democratico è (quasi) tutto scontato, in campo repubblicano l’incertezza è totale. Un solo candidato ha già dichiarato in modo formale l’interesse alla ‘nomination’, l’ex governatore del Minnesota Tim Pawlenty, un personaggio praticamente sconosciuto a livello nazionale (e, del resto, il Minnesota non ha mai prodotto un presidente: al più, un candidato democratico, Walter Mondale, travolto da Ronald Reagan nel 1984). Fra i pesi (più o meno) massimi repubblicani che potrebbero scendere in campo, vi sono Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska e già candidata vice-presidente nel 2008, Newt Gingrich, ex presidente della Camera e uomo forte del partito a metà Anni Novanta, e gli ex governatori del Massachusetts Mitt Romney e dell’Arkansas Mike Huckabee, entrambi in corsa anche nel 2008. Se questo è il panorama, Obama può dormire sonni tranquilli, salvo nuovi tracolli dell’economia e della finanza.

Il presidente vuole di nuovo installare il quartier generale della sua campagna a Chicago. Alcuni protagonisti della corsa 2008 vittoriosa, come David Axelrod e Jim Messina, si sono già liberati degli impegni alla Casa Bianca in vista della nuova avventura: loro obiettivo è raccogliere tra 750 milioni e un miliardo di dollari, da spendere nella battaglia degli spot sarà al calor bianco.

Obama scende in lizza con un tasso di popolarità stabile tra il 45 e il 48%, dopo che l’anno scorso era sceso sulla soglia critica del 30%. Vero è che la prima metà del suo mandato è stata molto travagliata: la crisi finanziaria e poi economica, con la tragedia dei mutui sulla casa e il crollo dell’industria dell’auto; la marea nera nel Golfo del Messico; la riforma dell’assistenza sanitaria, faticosamente passata in Congresso, ma poco compresa dall’opinione pubblica; l’andamento non positivo della guerra in Afghanistan –il 2010, è stato l’anno più cruento del conflitto- e, da ultimo, l’intervento un po’ esitante nel conflitto in Libia.

Libia a parte, tutti gli altri elementi avevano contribuito alla netta sconfitta del partito democratico nelle elezioni di mid-term: da gennaio, il presidente non ha più il Congresso dalla sua, ma deve fare i conti con una Camera ‘repubblicana’ (e con una presenza significativa di guastatori qualunquisti del Tea Party). Ma i numeri dell’economia ispirano maggiore fiducia: il tasso di disoccupazione è sceso sui livelli più bassi degli ultimi due anni. Un’iniezione di fiducia per l’Unione e per il suo primo presidente nero.

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