Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/04/2011
Se Mr B sperava di attutire l’ostilità della stampa internazionale, chiamando a raccolta martedì sera una ventina di corrispondenti esteri, il vino dell’incontro gli è andato in aceto. Da tre giorni, da quel briefing escono articoli al vetriolo: di che indurlo a consumare –scrivono giornali britannici- “molte delle sue nove vite”. In cauda venenum, ecco, ieri, l’editoriale dell’Independent: il titolo suona "Berlusconi, il riformatore della giustizia meno credibile d'Europa”; ed estratti del fondo recitano “Le azioni di Berlusconi sarebbero risibili se fosse il premier di una qualche piccola repubblica delle banane... Ma l’Italia è una delle maggiori economie mondiali e il suo leader dovrebbe essere rispettato come un uomo di stato di livello internazionale… Questa è una tragedia per l'Italia e per l'Europa”. Mentre Libération -e non è certo il solo- si chiede perché mai “il popolo plauda ai crimini del suo capo”, molti media mostrano distaccata diffidenza verso le ‘anticipazioni’ di Mr B, che annuncia l’addio al potere nel 2013: “Arrivederci, forse?”, scrive l’Economist, scettico; e il Times chiosa “Berlusconi inizia il suo lungo good-bye con barzellette oscene, esercizi di charme ed inviti al bunga-bunga”. Toni analoghi su Guardian e Telegraph, FT e WSJ, Figaro ed El Mundo, Reuters e Los Angeles Times, mentre Le Monde sta ai fatti: “Il Parlamento adotta una legge sulla giustizia favorevole a Berlusconi, che sfuggirà alla condanna nel caso Mills”. E questa, purtroppo, è cronaca, non una barzelletta.
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