Scritto per EurActiv il 24/12/2012. Altra versione su Media Duemila online
Da quando
hanno inventato il ‘politicamente corretto’ –un’ossessione americana, a dire il
vero- e da quando s’è creata tensione, o addirittura frizione, sulle radici più
o meno cristiane dell’Europa, per le istituzioni comunitarie agende e biglietti
d’Auguri sono diventati momenti ansiogeni, quasi una sorta di terreno minato,
spesso una fabbrica di polemiche. Una prima era scoppiata nel 2011 e se n’era
fatto protagonista in prima persona l’allora ministro degli Esteri Franco
Frattini: per spirito d’ecumenismo forse eccessivo, o ricerca esasperata del ‘politicamente
corretto’, le agende diffuse nelle scuole dalla Commissione europea riportavano
festività di tutte le fedi, ma avevano trascurato quelle cristiane (o, almeno,
il Natale e la Pasqua).
Adesso, è scoppiato un contenzioso sui biglietti d’Auguri
del Parlamento europeo, che, ha notato l’eurodeputato italiano Lorenzo Fontana,
Lega Nord, “nella realizzazione delle sei versioni cartacee non ha inserito
nessuna raffigurazione della Natività”. E la carenza –prosegue puntigliosamente
Fontana- “riguarda anche le varianti in formato elettronico, dieci in tutto”.
Insomma, Buon Natale sì, ma senza riferimenti al Natale.
Il capo della delegazione della Lega Nord al Parlamento
europeo ne trae conclusioni generali magari sproporzionate, rispetto alla
scelta dei biglietti d’Auguri (“Il tentativo di scristianizzare l’Europa è
ormai sistematico”) e aggiunge una maliziosa sfida: “Se per gli eurocrati il
Natale rappresenta una ricorrenza senza particolari significati religiosi, perché
non si presentano al lavoro la mattina del 25 dicembre?”.
Non vogliamo mettere qui il dito nell’ingranaggio della
polemica (e siamo sicuri che il 25 dicembre gli uffici delle Istituzioni
comunitarie saranno deserti, quale che sia la fede dei funzionari). Piuttosto,
il problema ci pare stare all’origine: c’è, cioè, da chiedersi come mai,
nell’era del rigore e nel pieno della Società dell’Informazione, dove la
comunicazione è dominata da mail, sms, chat, social media e quant’altro, le
Istituzioni comunitarie perdano ancora tempo e soldi, oltre a rischiare di
perderci la faccia, nell’ideare e produrre biglietti d’Auguri.
Sinceramente, non se ne sente più il bisogno: tanto più i
cartoncini europei non sono mai diventati un business come quelli della Casa
Bianca, che intorno al Natale realizza tutta una gamma d’oggetti di decorazione
diversi anno per anno e divenuti, ormai, pezzi da collezione, da decorarci
l’Albero.
E viste le polemiche che si rischiano, ché siamo tutti
arretrati sulla linea Maginot del Buone Feste, che va bene per tutti, cristiani
o d’altra fede, religiosi o atei, quelli che l’anno inizia il 1.o gennaio e
quelli che l’anno inizia chi sa quando, lasciamo che, con gli Auguri, ciascuno
s’arrangi come vuole, commissari, eurodeputati, funzionari: se c’è una cosa cui
la sussidiarietà –che cos’è ve lo spiego un’altra volta, perché ci vuole un
pezzo ad hoc- si può applicare è proprio questa.
Io dal canto mio gli Auguri ve li faccio con un post, anzi con
questo post: Buone Feste a Tutti.
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