Con Gianni Pittella, Pd,
vicepresidente vicario dell’Assemblea di Strasburgo, Mario Mauro è uno dei due
italiani che davvero contano nel Parlamento europeo: nato a San Giovanni
Rotondo 52 anni fa, è capo delegazione del Popolo della Libertà
dentro il gruppo del Partito popolare europeo, dopo essere stato, nella scorsa
legislatura, uno dei 14 vice-presidenti dell’Assemblea. Quell’incarico, oggi, è
ricoperto da un’altra Pdl, Roberta Angelilli, che, però, non ha fra gli
eurodeputati il peso ed il seguito di Mauro.
Dalla
vicenda del ‘cartellino giallo’ del capogruppo Ppe Joseph Daul contro Silvio
Berlusconi, è emerso come l’iniziatore della fronda anti-Cavaliere
nell’Unione. Lui se ne schermisce,
citando Daul: ''La mia posizione sulla situazione politica in Italia non è stata
influenzata da nessuno e riflette quella del Ppe''. Ma è stato lo stesso
Cavaliere a denunciare un ruolo di Mauro nell’ammonizione comminatagli dal
capogruppo Ppe.
Il capo
delegazione europeo del Pdl non si nasconde, del resto, dietro un dito. Ieri, a
Omnibus, diceva: "Abbiamo poche ore a disposizione per far sì che quella
piattaforma naturale cui guardano gli elettori che non si riconoscono nella
sinistra si possa attuare. La nostra responsabilità è favorire il più possibile
questa strada". E aggiungeva: "Il problema non è un passo indietro di
Berlusconi quanto un passo avanti che non c'è stato di una classe dirigente o
di figure-catalizzatrici".
Cattolico,
laureato in filosofia all’Università del Sacro Cuore, nel Collegio
Augustinianum, Mauro, docente di storia all’Università europea di Roma, autore
di numerose pubblicazioni e in passato responsabile nazionale per la scuola e
l’Università di Forza Italia, è membro attivo di Comunione e Liberazione.
Sposato con Giovanna, ha due figli, Francesca Romana e Angelo.
Alla
terza esperienza da parlamentare europeo –fu eletto la prima volta nel 1999 e
divenne subito vice-presidente della commissione cultura e istruzione-, Mauro era
stato proposto dal Pdl come candidato alla presidenza del Parlamento per la
prima parte di questa legislatura. Il Ppe, però, gli preferì il polacco e
protestante Jerzy Buzek.
Mauro
porta nella politica europea l’impronta cattolica della sua formazione, anche
se, a livello Ue, Cl non è la corazzata che è in Italia. Un esempio: nel 2006
condannò una risoluzione del Parlamento che invitava ad eliminare le
discriminazioni e ad equiparare i diritti delle coppie omosessuali, bollandola
come un "documento ideologico" e un "manifesto inneggiante alla
distruzione dei valori che hanno originato l'Unione europea come progetto politico".
Dal
2009 al 2011 Mauro è stato rappresentante personale della presidenza presso
l’Osce contro razzismo, xenofobia e discriminazione, specie per i casi d’intolleranza
e discriminazione religiose. Ed è sempre molto attento a promuovere e difendere
i diritti umani ovunque nel Mondo ed a proteggere gli attivisti che subiscono
persecuzioni o discriminazioni dalle autorità locali.
Ma il
suo curriculum parlamentare non è limitato a queste aree: è lui stesso a
ricordare, ad esempio, d’avere presentato nel 2008, “con il
collega Pittella”, un documento scritto "sull´uso degli Eurobond come
nuova strategia per sostenere la crescita".
Gli
atteggiamenti critici nei confronti di Silvio Berlusconi non sono per lui una
novità: nel gennaio 2011, quando il Cavaliere era ancora al potere, firmò, con
Roberto Formigoni, altro ciellino doc, una lettera aperta per chiedere ai
cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale sul premier, indagato
dalla procura di Milano per concussione e favoreggiamento della prostituzione
minorile: presunzione d’innocenza, certo, ma anche presa di distanza.
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