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lunedì 17 dicembre 2012

Il Punto: Esteri, Adam, Shinzo, Gérard, il Mondo merita meglio

Scritto per l'Indro il 17/12/2012

Chi lo sa, se il Mondo è un posto più sicuro, dopo la tornata elettorale di questa domenica, che in Giappone riporta al potere un falco nazionalista e in Egitto sembra dare un lieve vantaggio alla costituzione promossa dai Fratelli Musulmani. Di sicuro, l’America non è (ancora?) un posto più sicuro, dopo la strage di Newton nel Connecticut: i democratici annunciano l’intenzione di presentare una legge per limitare la diffusione delle armi da assalto e il presidente Obama è incline ad appoggiarla. Ma tutto è rinviato al Congresso prossimo venturo, che si insedierà ai primi di gennaio. Di qui ad allora, ci sono di mezzo tre settimane e tutte le Feste: di che lasciare che gli americani metabolizzino (un po’) l’orrore per le 26 vittime, 20 bambini; e dare spazio alle pressioni delle lobby delle armi, di cui il sindaco di New York Mike Bloomberg minimizza, però, l’impatto, “Una leggenda”.

La senatrice democratica Dianne Feinstein, una liberal, vuole ripristinare, con l’avallo di Obama, una legge firmata nel 1994 dall’allora presidente Bill Clinton, che metteva al bando le armi d’assalto. Il provvedimento era poi stato lasciato decadere nel 2004.

Mentre la politica si mobilita sull’onda dell’emozione, le indagini sulla strage proseguono. E spunta l’ormai inevitabile post sul web, “Mi ucciderò e farà notizia”, sempre che sia autentico, cioè che sia proprio opera di Adam Lanza, il giovane che, dopo avere compiuto l’atroce carneficina, s’è suicidato all’arrivo della polizia. Il presidente, intervenuto a una veglia con le famiglie delle vittime alla scuola elementare di Sandy Hook, promette di fare tutto quanto in suo potere per impedire altre “violenze indescrivibili” come questa.

Hillary, Susan, John – Più facile della stretta sulle armi, ma lo stesso problematica, la nomina del segretario di Stato dell’ ‘Obama 2’: Hillary Rodham Clinton, vittima di un malore in casa sua nel fine settimana – ma sta bene -, lascia, dopo quattro anni di onorato servizio; Susan Rice, ambasciatrice degli Usa all’Onu, è fuori gioco, dopo che i repubblicani l’hanno ‘impallinata’ per dichiarazioni sulla strage di Bengasi a settembre; e, quindi, tocca a John Kerry, candidato democratico alla Casa Bianca nel 2004, senatore del Massachusetts. Kerry è persona seria ed esperta, anche se carisma e brillantezza non sono due sue peculiarità. 

Giappone - I liberaldemocratici conservatori che tre anni or sono avevano inopinatamente perso il potere, battuti dai democratici di centro-sinistra, si sono ripresi il governo alla prima occasione: il loro leader, Shinzo Abe, un nazionalista, che aveva già guidato il Paese nel 2006/’07 con risultati fallimentari, ritornerà premier e già lancia la sfida alla Cina sulle Sensaku, isole contese. Il premier uscente Yoshihiko Noda, sconfitto, lascia la guida del governo e pure del partito. Abe promette di ricostruire le relazioni con gli Usa e mette in guardia Pechino: “Quelle isole ci appartengono”.

Egitto – Dalla prima tornata del referendum nazionale, esce in testa, secondo fonti non ufficiali, il progetto di Costituzione sostenuto dal presidente Mohamed Morsi e dai Fratelli Musulmani. Ma la partita resta aperta: sabato, circa la metà degli elettori, oltre 26 milioni di persone, erano chiamati alle urne; gli altri lo saranno sabato prossimo, il 22 dicembre. Solo dopo di allora, si potranno tirare le somme.

Nel frattempo, tutta l’area mediorientale resta teatro di forti tensioni. Domenica, il vice-presidente siriano Faruk al-Shareh ha ammesso che nessuno dei due campi è in grado di vincere il conflitto, dopo 21 mesi d’insurrezione poi degenerata in guerra civile. Ed è di oggi la notizia del rapimento di un tecnico italiano, Mario Belluomo, catanese, prelevato con due colleghi dall’acciaieria dove lavorava nella zona di Latakia. Sulla vicenda, le autorità mantengono il riserbo: “L’incolumità dell’ostaggio è la priorità” della Farnesina e del Governo, ha detto il ministro degli esteri Giulio Terzi.

E Teheran reagisce alla decisione della Nato d’installare batterie di missili Patriot in Turchia, alla frontiera con la Siria e l’Iran: una “provocazione”, la definisce il ministero degli esteri iraniano, che potrebbe avere – aggiunge - conseguenze “impreviste”. Una minaccia neppure troppo velata.

Obelix lascia la Gallia - Fra tante cose serie, o tragiche, una vicenda da operetta: Gérard Depardieu, l’Obélix per antonomasia, tradisce la Francia e chiede la cittadinanza belga. Quel che non riuscì ai romani di Cesare riesce al premier Jean-Marc Ayrault, che aveva definito “piuttosto patetico” il cambio di residenza deciso dall’attore per non pagare le tasse sui ricchi del governo del presidente François Hollande. Per avviare le pratiche, Depardieu, che si considera “insultato”, s’è rivolto al sindaco di Nechin, il paesino del Belgio dove vive: “Non chiedo approvazione –spiega-, ma rispetto”. Per una volta, meglio il personaggio che l’interprete: Obélix batte Gérard.

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