Chi lo sa, se il Mondo è un posto più sicuro, dopo la
tornata elettorale di questa domenica, che in Giappone riporta al potere un
falco nazionalista e in Egitto sembra dare un lieve vantaggio alla costituzione
promossa dai Fratelli Musulmani. Di sicuro, l’America non è (ancora?) un posto
più sicuro, dopo la strage di Newton nel Connecticut: i democratici annunciano
l’intenzione di presentare una legge per limitare la diffusione delle armi da
assalto e il presidente Obama è incline ad appoggiarla. Ma tutto è rinviato al
Congresso prossimo venturo, che si insedierà ai primi di gennaio. Di qui ad
allora, ci sono di mezzo tre settimane e tutte le Feste: di che lasciare che
gli americani metabolizzino (un po’) l’orrore per le 26 vittime, 20 bambini; e
dare spazio alle pressioni delle lobby delle armi, di cui il sindaco di New
York Mike Bloomberg minimizza, però, l’impatto, “Una leggenda”.
La senatrice democratica Dianne Feinstein, una liberal,
vuole ripristinare, con l’avallo di Obama, una legge firmata nel 1994
dall’allora presidente Bill Clinton, che metteva al bando le armi d’assalto. Il
provvedimento era poi stato lasciato decadere nel 2004.
Mentre la politica si mobilita sull’onda dell’emozione, le
indagini sulla strage proseguono. E spunta l’ormai inevitabile post sul web,
“Mi ucciderò e farà notizia”, sempre che sia autentico, cioè che sia proprio
opera di Adam Lanza, il giovane che, dopo avere compiuto l’atroce carneficina,
s’è suicidato all’arrivo della polizia. Il presidente, intervenuto a una veglia
con le famiglie delle vittime alla scuola elementare di Sandy Hook, promette di
fare tutto quanto in suo potere per impedire altre “violenze indescrivibili”
come questa.
Hillary, Susan, John
– Più facile della stretta sulle armi, ma lo stesso problematica, la nomina del
segretario di Stato dell’ ‘Obama 2’: Hillary Rodham Clinton, vittima di un
malore in casa sua nel fine settimana – ma sta bene -, lascia, dopo quattro
anni di onorato servizio; Susan Rice, ambasciatrice degli Usa all’Onu, è fuori
gioco, dopo che i repubblicani l’hanno ‘impallinata’ per dichiarazioni sulla
strage di Bengasi a settembre; e, quindi, tocca a John Kerry, candidato
democratico alla Casa Bianca nel 2004, senatore del Massachusetts. Kerry è
persona seria ed esperta, anche se carisma e brillantezza non sono due sue
peculiarità.
Giappone - I
liberaldemocratici conservatori che tre anni or sono avevano inopinatamente
perso il potere, battuti dai democratici di centro-sinistra, si sono ripresi il
governo alla prima occasione: il loro leader, Shinzo Abe, un nazionalista, che
aveva già guidato il Paese nel 2006/’07 con risultati fallimentari, ritornerà
premier e già lancia la sfida alla Cina sulle Sensaku, isole contese. Il
premier uscente Yoshihiko Noda, sconfitto, lascia la guida del governo e pure
del partito. Abe promette di ricostruire le relazioni con gli Usa e mette in
guardia Pechino: “Quelle isole ci appartengono”.
Egitto – Dalla
prima tornata del referendum nazionale, esce in testa, secondo fonti non
ufficiali, il progetto di Costituzione sostenuto dal presidente Mohamed Morsi e
dai Fratelli Musulmani. Ma la partita resta aperta: sabato, circa la metà degli
elettori, oltre 26 milioni di persone, erano chiamati alle urne; gli altri lo
saranno sabato prossimo, il 22 dicembre. Solo dopo di allora, si potranno
tirare le somme.
Nel frattempo, tutta l’area mediorientale resta teatro di forti tensioni. Domenica, il vice-presidente siriano Faruk al-Shareh ha ammesso che nessuno dei due campi è in grado di vincere il conflitto, dopo 21 mesi d’insurrezione poi degenerata in guerra civile. Ed è di oggi la notizia del rapimento di un tecnico italiano, Mario Belluomo, catanese, prelevato con due colleghi dall’acciaieria dove lavorava nella zona di Latakia. Sulla vicenda, le autorità mantengono il riserbo: “L’incolumità dell’ostaggio è la priorità” della Farnesina e del Governo, ha detto il ministro degli esteri Giulio Terzi.
Nel frattempo, tutta l’area mediorientale resta teatro di forti tensioni. Domenica, il vice-presidente siriano Faruk al-Shareh ha ammesso che nessuno dei due campi è in grado di vincere il conflitto, dopo 21 mesi d’insurrezione poi degenerata in guerra civile. Ed è di oggi la notizia del rapimento di un tecnico italiano, Mario Belluomo, catanese, prelevato con due colleghi dall’acciaieria dove lavorava nella zona di Latakia. Sulla vicenda, le autorità mantengono il riserbo: “L’incolumità dell’ostaggio è la priorità” della Farnesina e del Governo, ha detto il ministro degli esteri Giulio Terzi.
E Teheran reagisce alla decisione della Nato d’installare
batterie di missili Patriot in Turchia, alla frontiera con la Siria e l’Iran:
una “provocazione”, la definisce il ministero degli esteri iraniano, che
potrebbe avere – aggiunge - conseguenze “impreviste”. Una minaccia neppure
troppo velata.
Obelix lascia la Gallia - Fra tante cose serie, o tragiche, una vicenda da operetta: Gérard Depardieu, l’Obélix per antonomasia, tradisce la Francia e chiede la cittadinanza belga. Quel che non riuscì ai romani di Cesare riesce al premier Jean-Marc Ayrault, che aveva definito “piuttosto patetico” il cambio di residenza deciso dall’attore per non pagare le tasse sui ricchi del governo del presidente François Hollande. Per avviare le pratiche, Depardieu, che si considera “insultato”, s’è rivolto al sindaco di Nechin, il paesino del Belgio dove vive: “Non chiedo approvazione –spiega-, ma rispetto”. Per una volta, meglio il personaggio che l’interprete: Obélix batte Gérard.
Obelix lascia la Gallia - Fra tante cose serie, o tragiche, una vicenda da operetta: Gérard Depardieu, l’Obélix per antonomasia, tradisce la Francia e chiede la cittadinanza belga. Quel che non riuscì ai romani di Cesare riesce al premier Jean-Marc Ayrault, che aveva definito “piuttosto patetico” il cambio di residenza deciso dall’attore per non pagare le tasse sui ricchi del governo del presidente François Hollande. Per avviare le pratiche, Depardieu, che si considera “insultato”, s’è rivolto al sindaco di Nechin, il paesino del Belgio dove vive: “Non chiedo approvazione –spiega-, ma rispetto”. Per una volta, meglio il personaggio che l’interprete: Obélix batte Gérard.
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