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venerdì 7 dicembre 2012

Usa: Obama 2, spazi di tolleranza, nozze gay e 'spinello libero'

Scritto per l'Indro lo 07/12/2012

Nell’America dell’ Obama 2, s’allargano gli spazi dei diritti civili e della tolleranza socio-religiosa: nella scia dei referendum del 6 novembre, i matrimoni omosessuali ottengono legalità riconosciuta in nuovi Stati, a cominciare da quello di Washington, che non ha nulla a che vedere con la capitale, nel District of Columbia, ma che sta all’estremità Nord-Ovest dell’Unione, al confine con il Canada e lungo il Pacifico - Seattle è la città principale, Olympia la capitale-. Gli elettori hanno convalidato il diritto delle coppie omosessuali al matrimonio anche nel Maine, nel Maryland e nel Minnesota, dove il quesito era rovesciato –si chiedeva di mettere al bando le nozze unisex-.

Adesso, un mese dopo il referendum, il governatore dello Stato, una donna, Christine Gregoire, democratica, ha apposto la propria firma sui provvedimenti che legalizzano matrimoni omosessuali (e pure possesso di marijuana per uso personale). Tutte le coppie possono ormai chiedere la licenza di sposarsi: la prima unione omosessuale legale potrà essere celebrata già domenica.

In attesa di produrre un accordo con l’opposizione repubblicana su debito e deficit, tagli e tasse, come di ottenere risultati positivi sui fronti dell’occupazione e della crescita, l’ Obama 2, che, tecnicamente, comincerà il 20 gennaio, raccoglie i frutti dei voti di novembre. Come se la crisi, che aumenta i condizionamenti economici di individui e famiglie, inducesse una voglia di libertà almeno nella sfera privata.

Negli Stati Uniti, i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono attualmente ammessi in una decina di Stati, tra cui New York e il Massachusetts, oltre al Distretto di Columbia, quello di Washington capitale federale. Nel resto dell’Unione sono ancora al bando. Recentemente, la Corte Suprema doveva pronunciarsi su ricorsi presentati contro il Defense of Marriage Act del 1996, che definisce il matrimonio come l'unione tra un uomo e una donna, ma la sentenza è stata rinviata. Altri ricorsi riguardano la Proposition 8, la legge della California che bandisce le nozze omosessuali, nonostante a San Francisco se ne celebrino.

I referendum del 6 novembre hanno modificato il profilo sociale degli Stati Uniti e allineato l'America con le scelte dell'Europa più progressista, almeno in termini di ‘spinello libero’ – decisioni in tal senso sono state prese, oltre che nello Stato di Washington, nel Colorado, dove entreranno in vigore il 6 gennaio. C’è stata una vera e propria ondata liberal, relativamente inattesa, che include pure il via libera alla marijuana con ricetta medica nel Massachusetts. Stupisce un po’ che lo tsunami ‘permissivista’ non abbia contagiato la Californa, col no degli elettori all'abolizione della pena di morte.

Le vittorie referendarie dei matrimoni omosessuali costituiscono un fatto nuovo nel panorama elettorale statunitense. Finora, quando erano stati chiamati a esprimersi alle urne, gli americani avevano sempre sbarrato la strada alle coppie dello stesso sesso decise a unirsi in matrimonio: trenta i no collezionati, perfino in California. Il tabù è stato infranto e i matrimoni omosessuali, si può prevedere, conquisteranno nuovi spazi nei prossimi anni, probabilmente ricalcando, a grandi linee, la geografia politica dell’Unione: gli Stati democratici prima; quelli repubblicani e, in particolare, il Sud e la Cintura della Bibbia dopo.

Singolare, ma neppure troppo, l’abbinamento tra ‘marijuana libera’ e matrimoni omosessuali, sdoganati. Nello Stato di Washington, il provvedimento che consente a chiunque abbia compiuto 21 anni di possedere per uso personale fino a 28 grammi di marijuana è stato salutato con una grande festa: centinaia di cittadini si sono riuniti al Seattle Center per manifestare la loro gioia, offrendo spinelli ai numerosi cronisti presenti. Gli elettori hanno votato una misura chiamata 'Initiative 502': una legge che elimina la sanzione penale per chi fa uso della sostanza stupefacente, ma che tuttavia ne proibisce ancora la vendita e il consumo in luoghi pubblici. Chiunque trasgredisce sarà punito con una multa di cento dollari, come succede quando si beve alcol in luoghi pubblici.

Ma la liberalizzazione in uno Stato non ha impatto a livello federale: che si tratti di uso privato o pubblico, la legge federale classifica la marijuana come illegale e il procuratore generale dello Stato di Washington Jenny Durkan ha ribadito che la coltivazione, la vendita o il possesso di marijuana, in qualsiasi quantità,  resta un reato federale a prescindere dalle leggi vigenti in un singolo Stato.

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