A me, pareva che fosse stato un Vertice positivo. E,
invece, leggo la stampa estera e mi accorgo che così non
è stato perché i piani per il rafforzamento della zona euro procedono
lentamente. Sarà che m’ero abituato che non procedessero affatto, dopo un
filotto di riunioni dell’Ue senza decisioni, che l’accordo su modi e tempi
dell’Unione bancaria e lo sblocco degli aiuti alla Grecia mi parevano già
grasso che cola. Quanto alla stampa nostrana, è più concentrata
–comprensibilmente- sui destini dell’Italia che su quelli dell’Europa: conta la
preferenza espressa dal Ppe per Mario Monti, invece che per Silvio Berlusconi.
Certo, se uno nutriva, come der Spiegel, grandi aspettative sarà rimasto
deluso, perché il Vertice, pubblicizzato come l'occasione "per impostare
il futuro corso della zona euro", ha in realtà rimandato a giugno –l’analisi
è del Financial Times- le decisioni più significative e impegnative.
I leader dei 27 paesi dell'Unione europea, riuniti a
Bruxelles per l'ultimo Vertice 2012, si sono accordati su quello che Spiegel Online definisce un "pigro calendario": le
decisioni saranno prese non prima dell'estate 2013. "Essendo trascorse
meno di 24 ore da quando i ministri delle finanze hanno compiuto un passo in
avanti verso la creazione di un'unione bancaria nella zona euro – scrive FT, con una
vena d'ironia – i capi di governo devono avere pensato che un progresso del
genere fosse sufficiente per il momento e che ulteriori passi per l'integrazione della moneta unica potessero essere rimandati".
Dà una lettura più positiva, e quindi più simile alla
mia, il Washington Post,
che ha lo spettro largo dell’analisi americana e parla di “una buona
settimana”, finalmente, per l’Unione europea, titolando: "L'Ue fa tripletta con Grecia, accordi sulle
banche e Nobel per la Pace, ma le sfide restano".
In un loro documento, che resta sul tavolo, i presidenti delle
principali istituzioni Ue (Van Rompuy, Consiglio; Barroso, Commissione;
Juncker, Eurogruppo; Draghi, Bce) hanno già tratteggiato percorso e tappe: si
parte dall’Unione bancaria; e si finirà con la piena integrazione finanziaria,
sia sul fronte pubblico che su quello privato. Un risultato non trascurabile,
se sarà conseguito ...
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