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giovedì 13 dicembre 2012

Ue: Vertice, tutto già fatto Unione bancaria e aiuti alla Grecia

Scritto per l'Indro il 13/12/2012
Un Vertice così facile, i leader dei 27 se lo sognavano da anni: è tutto fatto, loro ci devono mettere solo la faccia e la firma politica. E poco importa che la stampa tedesca faccia dello humour all'inglese, scrivendo che la muraglia cinese dell’Unione bancaria s’è trasformata in un paravento pieghevole giapponese, quelli di carta di riso, che lasciano intravvedere più di quanto nascondano.
Non ci fossero le beghe italiche, a Bruxelles sarebbe una giornata d’ordinaria noia eurocratica. Solo che le tessere del puzzle vanno tutte al loro posto, come se fosse un gioco da bambini. E ci si chiede come mai prima leader e ministri non siano riusciti a farle combaciare. Fortuna che il Ppe monta su il suo teatrino: prima del vertice, i leader del Partito popolare europeo si trovano di solito fra di loro per coordinare le posizioni; ci va pure Silvio Berlusconi, com’è normale, dato che il Pdl sta nel Ppe, e – sorpresa! – ci trova pure  Mario Monti, che, invece, nel Ppe non c’è mai stato.
Ma questo riguarda le cronache italiane, più che quelle europee. Dove, però, non c’è suspence, perché i problemi sono già stati tutti risolti –grazie ai ministri delle finanze- prima che i leader comincino a discuterne. Da un lato, è finalmente ufficiale la nuova tranche di prestiti alla Grecia, dopo la riunione dell’Eurogruppo. Dall'altro, l’Ecofin, con una maratona negoziale di 14 ore, ha definito modi e tempi dell’Unione bancaria –il paravento giapponese, appunto-.
Una volta tanto, insomma, i negoziati tecnici sono serviti al loro scopo, lasciando ai capi di Stato o di governo la discussione sulle linee politiche generali dell’Europa prossima ventura e la ratifica delle intese già raggiunte: l’accordo sull’Unione bancaria riguarda tutti i Paesi della zona euro e pure gli altri, con l’eccezione scontata di Gran Bretagna e Svezia.
Su EurActiv.it, Giuseppe Latour precisa che la supervisione unica della Banca centrale europea sugli istituti di credito di tutti i paesi coinvolti sarà attiva dal primo marzo 2014, limitata a quelli  con asset di almeno 30 miliardi di euro o pari al 20% del pil nazionale. In questo modo ne restano fuori, come voleva Berlino, le banche regionali tedesche.
Pure chiarite le regole interne alla Bce, per evitare sovrapposizioni tra i compiti di controllo e quelli di politica monetaria. E sciolto il nodo dei paesi 'non euro': potranno aderire al nuovo meccanismo e voteranno separatamente i rispettivi regolamenti di dettaglio.
Con questo accordo, le banche potranno accedere direttamente ai finanziamenti dell’Esm, il nuovo fondo salva Stati. E, come ulteriore passaggio, è previsto che entro marzo 2013 si raggiunga anche un’intesa sul meccanismo europeo di garanzia dei prestiti e su un sistema comune di risoluzione delle crisi bancarie. In questo modo s’intende completare l’opera avviata con la vigilanza unificata, “creando un sistema armonico che separi nettamente il debito pubblico dal credito privato”.
Per una volta, al Vertice non ci saranno neppure discussioni sul caso Grecia. In mattinata, infatti, l’Eurogruppo ha ufficialmente staccato l’assegno da 34 miliardi di euro promesso ad Atene ormai da diverse settimane. E’ stato decisivo il buon esito dell’operazione di 'buy-back' dei titoli di Stato fatta dal Governo Samaras negli ultimi giorni. Il denaro fresco servirà in gran parte a ricapitalizzare le banche, che, a conti fatti, dovrebbero incamerare circa 24 miliardi di euro. In tal modo si spera di riattivare, almeno in parte, il circuito dei finanziamenti per imprese e privati.
“L’Eurogruppo – si legge nella nota ufficiale – ribadisce che questi prestiti, insieme alle iniziative già prese e alla piena implementazione del programma di correzioni, porteranno il debito pubblico greco a un livello sostenibile, il 124% del pil entro il 2020. La Grecia e gli altri Paesi della zona euro sono pronti, se servirà, a prendere iniziative addizionali per centrare l’obiettivo”.
Decisa l’Unione bancaria, salvata la Grecia, i leader dei 27 si possono dedicare, tra questa sera e domani, a riflettere sul futuro dell’Unione, avendo come traccia i documenti della Commissione ed il rapporto dei Presidenti (Van Rompuy, Consiglio, Barroso, Commissione, Schulz, Parlamento, e Draghi, Bce). A meno che qualche litigio non venga a turbare l’insolita armonia.

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