Nell'angusta cella d’isolamento di un commissariato di
polizia belga, 3,5 mq, un detenuto viene brutalmente picchiato da agenti armati
di manganelli e protetti da scudi, con il casco in testa e i passamontagna sul
volto. Un video shock, quello che è stato mostrato giovedì sera per la prima
volta, a tre anni dai fatti, in un reportage del programma Panorama sulla rete di
lingua fiamminga Vrt.
Il detenuto, Jonathan Jacob, 26 anni, di Affligem, un body
builder divenuto dipendente all'uso delle amfetamine, è morto in seguito alle
percosse: era stato fermato per strada dalla polizia a Mortsel, in provincia di
Anversa il 6 gennaio 2010, in stato di agitazione sotto l'effetto delle droghe,
e aveva, secondo i rapporti di polizia, un comportamento agitato e aggressivo.
Il video che scuote dal torpore il Paese cuore dell’Unione
europea evoca le immagini del pestaggio di Rodney Glen King, un tassista nero
californiano, vittima, il 3 marzo 1991, di una violenta aggressione da parte di
un gruppo di agenti della polizia di Los Angeles, che lo avevano fermato per
eccesso di velocità. Ma, a noi italiani, la vicenda evoca pure subito la
tragica fine di Stefano Cucchi.
Nel caso di King, gli autori del pestaggio riferirono di
avere creduto che King fosse sotto l’effetto d’allucinogeni e di avere temuto
per la propria incolumità. L’episodio, ripreso di nascosto da un cine-amatore,
George Holliday, venne trasmesso e ritrasmesso da tutti i grandi networks
televisivi americani e internazionali: uno dei primi esempi, forse il primo in
assoluto, di ‘citizen journalism’, il video fece riemergere il problema del
razzismo negli Stati Uniti. La mancata condanna, oltre un anno dopo, dei
quattro agenti finiti sotto processo innescò violenti disordini a Los Angeles:
proteste contro la polizia locale accusata di metodi brutali, soprattutto nei confronti
dei neri, e contro una giustizia non coraggiosa.
King, figlio di un alcolista morto a 42 anni, divenne una
celebrità, anche se, per il resto della vita, continuò a fare notizia per tutta
una serie di reati minori, fino a che, nel 2012, non venne trovato morto
annegato, a 47 anni, sul fondo di una piscina. Nel 1992, Spike Lee aprì il suo film Malcom X con le immagini del
pestaggio, usando come colonna sonora un discorso contro il razzismo dei
bianchi del leader nero.
Più recente, e più vicino a noi, il caso Cucchi:
appassionato di boxe, tossicodipendente, già in cura presso alcune comunità,
Stefano, un geometra romano di 31 anni, morì il 22 ottobre 2009, mentre era in
custodia cautelare. Per il suo decesso, divenuto un caso di cronaca giudiziaria
che ha scosso l’opinione pubblica, sono stati indagati alcuni agenti della
polizia penitenziaria e alcuni sanitari del carcere di Regina Coeli.
Nel dicembre scorso, i periti hanno stabilito che Stefano
morì a causa delle mancate cure, stroncato da gravi carenze di cibo e liquidi.
Le lesioni riscontrate sul suo corpo potrebbero essere state causate da un
pestaggio o da una caduta. Nella scia dell’emozione suscitata dal suo caso,
sono poi emersi fatti di cronaca analoghi:
Maurizio Cartolano ne trasse il documentario ‘148 Stefano mostri dell’inerzia’,
sponsorizzato da Amnesty e Articolo 21 e presentato al Festival del Cinema di
Roma.
E’ presto per dire se la vicenda di Jacob avrà analogo
impatto in Belgio, un Paese che ha già dimostrato di sapersi anestetizzare nel
suo perbenismo di fronte a fatti di cronaca sconvolgenti. Sembra che un medico
avesse consigliato il ricovero del detenuto in un ospedale psichiatrico, ma che
il direttore del locale nosocomio avesse rifiutato l'internamento perché Jacob,
forte e robusto, era troppo agitato. Così il giovane era stato condotto in
cella d’isolamento.
Nelle immagini si vede Jacob nudo, piangere, disperarsi,
urlare, misurare con i passi la cella, accovacciarsi a terra. Va avanti così
per qualche ora. La polizia di Mortsel chiede aiuto all'equipe d'assistenza speciale
della polizia di Anversa. I fotogrammi mostrano sei poliziotti che, all’ingresso
nella cella, lanciano un razzo luminoso, poi spingono il detenuto in un angolo
con gli scudi, gli sono addosso, lo picchiano –uno in particolare-. Una macchia
di sangue resta sulla parete. L'uomo è immobile quando gli somministrano un'iniezione.
Al termine del filmato, un medico entra nella cella, ma Jacob non ha più polso,
né battito cardiaco: è morto.
L'autopsia ha stabilito
che la causa del decesso è stata un'emorragia interna provocata dalle percosse
ricevute durante l'intervento dei poliziotti. Un agente è stato rinviato a
giudizio per le botte, il medico dell'ospedale psichiatrico per omissione
colposa. Il ministro dell’interno belga Joelle Milquet ha definito l’episodio
scandaloso e ha giudicato “inaccettabile” che il principale responsabile non
sia stato sospeso.
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