Si dice che, per il suo secondo mandato, Barack Obama voglia
intorno a sé uomini più fidati che brillanti o carismatici. E molte delle
scelte finora fatte paiono confermare questo asserto, pur con punti
interrogativi qua e là: quanto sia fidato, ad esempio, John Kerry, nuovo
segretario di Stato, che certo è meno brillante di Hillary Clinton; o quanto lo
sia l’imprevedibile, e pure repubblicano, Chuck Hagel, il nuovo capo del
Pentagono, che non può essere meno brillante di Leon Panetta.
Ma se c’è uno che prova il teorema è John Brennan, promosso
da zar della lotta al terrorismo a capo della Cia al posto di David Petraeus,
il generale eroe che poteva essere presidente –repubblicano- nel 2016, ma che è
stato tradito da più d’una donna. Brennan è uno che non sgarra: esegue gli ordini
anche quando sono ingiusti, come sta venendo fuori in questi giorni, proprio
durante il suo esame di fronte alla commissione sicurezza del Senato.
La sua nomina, alla fine, dovrebbe essere avallata. Ma i
senatori sfruttano dubbi e polemiche per indurre la Casa Bianca a dare più
informazioni su programmi e metodi segreti e discussi, come il ricorso ai droni
contro cittadini americani. Brennan è un sostenitore dell’utilizzo degli aerei
senza pilota per eliminare nemici scomodi. Però, un comitato dell’Onu ha appena
denunciato che centinaia di bambini afghani sarebbero stati vittime negli
ultimi cinque anni d’attacchi e bombardamenti, anche con droni: azioni condotte
senza cautele a tutela dei civili e “con uno uso della forza indiscriminato”.
Una vita tra Langley, nel Nord della Virginia, dove la Cia ha il quartier generale, e
la Casa Bianca ,
dove ha servito con pari dedizione Amministrazioni repubblicane e democratiche,
Brennan, 57 anni, e' nato e cresciuto a North Bergen, New Jersey. Figlio di
emigranti irlandesi, entrò nell'intelligence giovanissimo, dopo studi di
Scienze Politiche. In 25 anni di carriera nell’Agenzia per antonomasia, posti
delicati, come quello a Riad, Arabia Saudita.
Brennan, che parla bene l'arabo, è uno specialista della
lotta al terrorismo di matrice islamica. Arrivò alla Casa Bianca nel 1986, come
'daily briefer' di Bill Clinton, cioè il funzionario che informa il presidente
sugli sviluppi nelle aree di crisi. Dal 2004 al 2005 ha lavorato con George
W. Bush, alla guida del National Counterterrorism Center.
Nel 2008, Obama lo avrebbe già voluto direttore della Cia.
Ma Brennan preferì farsi da parte per via di vecchie dichiarazioni a favore delle
controverse tecniche speciali di interrogatorio usate contro sospetti
terroristi: si accontentò di essere zar dell’antiterrorismo, un incarico non
soggetto all’avallo del Congresso. A quel posto, ora, Obama ha messo Lisa
Monaco, 44 anni: una delle poche donne della nidiata del secondo mandato, dopo
che Susan Rice, rappresentante degli Usa all’Onu, segretario di Stato in
pectore dopo Hillary, è stata bruciata dai senatori prima di essere designata.
Da zar dell’antiterrorismo, Brennan, il 1.o maggio 2011 fu
alla guida del raid con cui i Navy Seals entrarono nel compound di Osama Bin
Laden e lo uccisero. ''Fu uno dei momenti più delicati e pieni d'ansia della
mia vita … ogni minuto durò come un giorno''. Nell’annunciarne la nomina,
all’inizio di gennaio, il presidente l’ha presentato come “uno degli uomini
migliori d’America”, “uno degli esperti più competenti e più rispettati” in
tema d’intelligence e di sicurezza nazionale.
Nell'aprile scorso, fu proprio Brennan a rendere pubblico il
piano di attacchi con droni della Cia su Pakistan, Yemen, Somalia, Libia e
Afghanistan, asserendo legalità, moralità ed efficacia di queste armi micidiali,
che non conoscono confini e che non sempre centrano l’obiettivo giusto, o solo
quello giusto. E’ soprattutto controversa la possibilità di uccidere cittadini
americani all’estero, se considerati “alti dirigenti operativi” di al Qaida o di
una “forza affiliata”: non sono solo chiacchiere, perché, nel settembre 2011,
un drone eliminò l’imam radicale Anwar
al-Aulaqi, un cittadino Usa. Lo zar ha coordinato il programma e la stesura di
“una lista di persone da abbattere” di al Qaida.
Di fronte alla commissione del Senato, Brennan, almeno, non
s’è mostrato reticente. E ha pure ammesso di non avere fermato le torture
‘legalizzate’ dal presidente Bush nei momenti più bui dell’ottundimento delle
coscienze americane dopo gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001. Mentre
la Casa Bianca
ha deciso di giocare a carte scoperte sui droni: il presidente ha autorizzato
l’invio al Congresso di documenti riservati, ad esempio su una base segreta di
aerei telecomandati in Arabia saudita.
A capo della Cia, Brennan dovrà occuparsi di
cyber-spionaggio, la nuova frontiera dell’intelligence, specie in funzione
anti-Cina, e ovviamente della Siria di al Assad. Lì la posizione americana, contraria a dare
armi ai ribelli, non dovrebbe subire modifiche.
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