Scritto per l'Indro lo 05/02/2013
Il conservatore Cameron raccoglie la sfida del socialista Hollande sui
matrimoni omosessuali: mentre l’Assemblea nazionale francese la legge che
riconosce parità di diritti alle coppie etero ed omo viaggia come un treno,
nonostante l’opposizione della destra, il premier britannico ha oggi portato ai
Comuni il suo progetto, nonostante tiri, dentro il suo partito, un vento di
fronda. E, prima del dibattito a Westminster, tre ministri chiave hanno rivolto
un appello ai 120 deputati conservatori che si oppongono ai matrimoni
omosessuali ‘legali’.
I ministri degli Esteri William Hague e dell’Interno Theresa May e il cancelliere
dello Scacchiere George Osborne, in una lettera pubblicata dal Daily Telegraph,
chiedono ai loro colleghi di partito ostili al progetto di cambiare idea.
"Il matrimonio è mutato negli anni - si legge nel documento -. Crediamo
che aprendolo alle coppie dello stesso sesso l'istituzione si rafforzerà e non
s’indebolirà". La lettera prosegue citando una frase del premier Cameron:
"Siamo a favore dei matrimoni gay non anche se siamo conservatori, ma
perché siamo conservatori". Come a dire che la difesa delle libertà civili
e individuali non è un patrimonio della sinistra, ma è una bandiera della
destra.
Ai Comuni, la discussione s’è protratta fino a sera. Il provvedimento, che
assicura alle coppie omo gli stessi diritti delle coppie etero nell'ambito del
matrimonio, ha i numeri per essere approvato, nonostante l'opposizione annunciata
di numerosi conservatori. Sono, infatti, favorevoli i LibDem, alleati dei
tories nella coalizione di governo, e i laburisti, all'opposizione. Per
Cameron, un successo ottenuto contro il suo partito potrebbe rivelarsi, a breve
termine, una vittoria di Pirro; di qui, l’invito ai conservatori dissenzienti a
ripensarci e ad allinearsi.
I matrimoni omosessuali paiono divenuti, in questi giorni, la nuova
frontiera della politica europea, nonostante non manchino altri problemi
economici e sociali sull’agenda dei leader, che potrebbero anche sembrare più
urgenti. Forse, conta il fatto che, constatata l’incapacità o l’impossibilità
d’affrontare con esito positivo
nell'immediato la crisi e la disoccupazione, s’è guardato altrove, cercando
risultati e consensi –ma suscitando, pure, perplessità e proteste-.
Giovedì e venerdì i leader europei riprenderanno i logori dossier del
bilancio Ue 2014/2020. E Hollande e Cameron, in sintonia sui matrimoni
omosessuali, saranno di nuovo su opposte barricate. Oggi, a Strasburgo, il
presidente francese ne ha parlato con i deputati europei: euro e bilancio, ma
anche integrazione politica, perché l'Unione europea non è solo ''budget, mercato
e moneta, non è solo una somma di trattati e regole: l'Europa è soprattutto una
volontà politica''. Che il Vertice metterà alla prova.
E, infatti, il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy comincia
a scoprire le sue carte con un video-messaggio: “I leader devono essere pronti
al compromesso”, dice, facendo capire che nessuno potrà uscire pienamente
soddisfatto dai negoziati. Gli obiettivi del Vertice saranno, infatti, due apparentemente inconciliabili tra loro:
ridurre le spese in termini reali e potenziarne il sostegno alla crescita.
I leader continuano a cercare d’avvicinare le posizioni, con un intreccio
di bilaterali – domani, Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel avranno
l’ennesimo incontro-. Ma l’ipotesi d’assistere, venerdì, a un nuovo rinvio,
dopo il nulla di fatto di novembre, non è del tutto esclusa.
Van Rompuy, apparentemente, ha le idee chiare: “Per me è il quadro generale
è questo. Il budget deve servire a risolvere i problemi più urgenti; e la
disoccupazione giovanile è ora la sfida più grande. Per questo, giovedì
proporrò un’iniziativa per i giovani, con sostanzioso apporto di denaro”. Già,
ma soldi ce ne saranno di meno: per la prima volta, le spese Ue caleranno in
termini reali. Dunque, “bisogna fare in modo che il nostro denaro valga di più”.
Spendere meno, spendere meglio. Ed evitare di gettare il denaro. Da
Washington viene un annuncio che può essere un’ispirazione: il presidente Usa
Barack Obama si prepara a fare causa a Standard & Poor per 5 miliardi di
dollari, perché l’agenzia di rating contribuì a scatenare la crisi con
valutazioni errate sui mutui subprime. Rendiamo la finanza responsabile e
pensiamo di più all'economia reale.
martedì 5 febbraio 2013
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