Priorità ai lavoratori, con l’innalzamento del salario
minimo; deficit sotto controllo, ‘mixando’ tagli delle spese e aumenti delle
entrate –stop agli sgravi per le imprese che delocalizzano l’occupazione e per
i giganti dell’energia-; investimenti per la crescita, 40 miliardi per 70mila
progetti; un miliardo per la ricerca, con la creazione di una rete di istituti
per l’innovazione nel settore industriale; riforma dell’immigrazione; parità di
diritti fra etero e omosessuali, perché “non importa chi sei e chi ami”.
E’ il programma di governo della sinistra in Italia?
Fuochino, anzi, no, peccato, acqua. Attenti!, vi do un indizio in più: un’iniziativa
per controllare le vendite delle armi e ridurre i rischi di stragi. Adesso, è
troppo facile: è il discorso sullo stato dell’Unione pronunciato la scorsa
notte –ieri sera, ora di Washington- dal presidente degli Stati Uniti Barack
Obama.
Eppure, i buoni propositi dell’Amministrazione
democratica per il 2013 Usa, che sono poi mettere in pratica i principi del
discorso d’investitura pronunciato solo tre settimane or sono, il 21 gennaio,
potrebbero essere una buona agenda ‘di sinistra’, moderata e riformatrice,
anche italiana. Sento già
l’osservazione: “Ma è americana! A noi serve europea”.
Vero. Però a noi, italiani ed europei, serve
soprattutto una buona agenda: se c’è del buono in quella di Obama, non c’è
niente di male a trarne ispirazione. Mentre noi europei ci siamo appena dati,
con il bilancio Ue 2014/2020, un’agenda che lesina gli investimenti per la
crescita e la ricerca.
Di quel passo, va a finire che non ci governa né
Obama, né Bersani e neppure la Merkel o Monti. Ci governa Crozza, cioè
l’imitazione di leader che hanno più immagine che programmi. E noi manco ce
n’accorgiamo: tanto, visti in tv, sono uguali.
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