Sulla Siria, l’Amministrazione Obama cambia marcia e accelera
verso la transizione, facendo propria l’idea europea di fornire ai ribelli più
aiuti militari: l’anticipazione viene da Washington, dove la stampa parla di
blindati e di addestramento; la conferma la darà oggi ai partner del Gruppo ad
alto livello, riunito a Roma, il segretario di Stato John Kerry.
La svolta arriva in un giorno di
consuete cronache cruente dal Paese segnato dalla guerra civile: ad Aleppo, si
combatte dentro una moschea; a Damasco, colpi di mortaio s’abbattono
sull'Università; e giunge notizia del rapimento, avvenuto tre settimane or
sono, di due preti cattolici, di cui s’ignora la sorte.
Kerry
è arrivato ieri sera a Roma dalla Francia, dove s’è conquistato facili consensi
dando prova d’una padronanza del francese perfetta –gli studi in Svizzera
contano pur qualcosa-. La missione europea, la prima da quando è segretario di
Stato, lo ha già condotto a Londra, Berlino e Parigi: a ogni tappa, Kerry ha
illustrato agli alleati le convinzioni di Obama, che l’opposizione siriana ha bisogno di
aiuto, che bisogna fornirle più assistenza per favorire la transizione. Anche
se restano, in Occidente, dubbi e inquietudini su quali siano le componenti e
gli orientamenti prevalenti nell'opposizione al regime del presidente al-Assad.
In serata, a Villa Madama, Kerry ha avuto un
incontro con il ministro Giulio Terzi, subito prima della ‘cena transatlantica’
con la partecipazione dei rappresentanti di 34 Paesi, 23 dei quali a livello di
ministri degli Esteri, del segretario generale della Nato, Rasmussen, e
dell'alto rappresentante dell'Ue per gli esteri e la sicurezza, Lady Ashton. Ma
gli aspetti bilaterali di questa visita, che cade in giorni d’incertezza
politica, restano un po’ in sordina.
Al centro della cena di lavoro
(una prima assoluta a Roma: le precedenti a Bruxelles e a New York) c'è pure
stata la decisione di avviare negoziati per un accordo di libero scambio tra Ue
ed Usa. Oltre ovviamente a questioni di sicurezza: la situazione in Afghanistan;
i temi mediorientali (oltre alla Siria, le evoluzioni delle Primavere arabe e il
processo di pace israelo-palestinese); l’impegno contro il terrorismo e la proliferazione
nucleare, specie con l’Iran –dove la stampa britannica prospetta un piano B del
regime per dotarsi dell’atomica- e nel Sahel.
Oggi,
la riunione ministeriale del Gruppo sulla Siria si svolge, la mattina, sempre a
Villa Madama: prima, in formato ristretto; quindi, allargata alla
partecipazione dei rappresentanti dell'opposizione guidati da Moaz Al Khatib.
La minaccia degli ‘anti-regime’ di boicottare l’incontro è caduta, davanti al
pressing della diplomazia statunitense e all'evoluzione della posizione americana.
Anche
se resta per ora impossibile convincere la Russia ad autorizzare un
intervento dell’Onu, pare ormai imminente una azione internazionale più decisa
per la Siria , dove
la guerra civile ha fatto, secondo alcune stime, oltre 70mila morti in quasi
due anni.
Kerry
lascerà Roma domani mattina diretto ad Ankara, quinta tappa del suo "Listening
Tour", cioè il "viaggio dell'ascolto", che, dopo la Turchia , proseguirà al Cairo, a Riad, ad Abu Dhabi e a Doha.
Intorno al 20 marzo, Kerry tornerà in Medio Oriente, stavolta in Israele,
accompagnando in visita il presidente Obama.
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