Si scrive 2013. E viene voglia
di leggere ‘noia’. Che anno sarà mai questo, senza Olimpiadi di sorta,
né estive né invernali, senza Mondiali di calcio e neppure Europei, senza un
bell’anniversario tondo a cercarlo con il lanternino. Tutte ricorrenze mosce che
celebrarle sarà difficile: il 60° anniversario della morte di Stalin –il 5
marzo-; il 25° anniversario della strage di piazza Tiananmen –il 4 giugno-; o,
ancora, il 20° anniversario della separazione della Cecoslovacchia fra
Repubblica Ceca e Slovacchia –già passato, il 1° gennaio, senza che ce
n’accorgessimo-.
E, per restare sul fronte della ‘noia’, è l’anno Ue della
cittadinanza europea; tema civilissimo, ma – oggettivamente – poco eccitante,
anche perché vi sfido a trovare qualcuno che non sia d’accordo. Eppure, le
sorprese sono dietro l’angolo, anche quelle annunciate: dovremo imparare a
conoscere, ad esempio, i nuovi leader cinesi, specie il prossimo presidente Xi
Jinping, designato a novembre dal congresso del Pcc; e scopriremo l’erede
dell’erede dell’erede al Trono d’Inghilterra.
E poi ci sono personaggi che entrano nell’Anno Nuovo fra
dubbi sul loro futuro, oppure apprensioni sulla loro salute. E’ il caso del
presidente venezuelano Hugo Chavez, che lotta contro un tumore, o del simbolo della lotta all’apartheid
Nelson Mandela, o dell’ex presidente americano George Bush, o dell’ex premier
britannico Margaret Thatcher, senza citare l’immarcescibile leader
rivoluzionario cubano Fidel Castro.
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