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sabato 19 gennaio 2013

Punto: terrorismo in Algeria, guerra in Mali, rinvio in India

Scritto per l'Indro il 18/01/2013

Ad In Amenas, un campo per l’estrazione di gas nel deserto del Sahara, nel sud-est dell’Algeria, decine di stranieri sono tuttora tenuti in ostaggio o mancano all’appello e sono forse stati uccisi, dopo che le forze speciali algerine avevano tentato, ieri, un blitz per liberare centinaia di persone sequestrate da estremisti islamici, che minacciano ora di attaccare altre installazioni energetiche nel Paese. Nell’azione algerina, susseguente all’irruzione terroristica di mercoledì, sarebbe stato eliminato il capo del commando di jihaddisti Abu al-Baraa,

E  sud del Sahara, nel Mali, le truppe regolai hanno completamente liberato dai ribelli islamici Konna, una città nel centro del Paese, che può ora costituire una testa di ponte strategica per lanciare attacchi contro i gruppi legati ad al Qaeda che mantengono il controllo del Nord del Mali. A Bamako, la capitale, intanto, affluiscono forze provenienti dall’Africa occidentale, che devono costituire un contingente sollecitato dall’Onu: le avanguardie arrivano dal Togo e dalla Nigeria. Entro il 26 gennaio, i soldati africani sul territorio maliano saranno almeno 2000 (sui 3300 globalmente previsti): di che permettere, forse, alle forze francesi di terra e aeree di ridurre progressivamente la loro presenza. Si ignora, invece, per ora, quando arriveranno gli istruttori europei promessi alle forze maliane (fra essi, 24 italiani).

Le vicende d’Algeria e Mali sono strettamente legate, nel contesto d’un sussulto del terrorismo integralista islamico che sta scuotendo non solo il Nord Africa e la Regione sub-sahariana, ma anche il Corno d’Africa e tutto il Grande Medio Oriente. I ribelli algerini propongono di scambiare gli stranieri nelle loro mani con terroristi detenuti negli Stati Uniti e chiedono di fermare l’escalation di guerra nel Mali  E le valutazioni politiche e diplomatiche restano tuttora discordanti sull’opportunità e la tempestività dell’intervento militare occidentale e sui rischi da esso indotti nell’area, ma anche sul territorio dei Paesi coinvolti.

Meno convulsa, ma ancora lontana da una conclusione, la vicenda dei due marò italiani detenuti da quasi un anno in India con l’accusa di avere ucciso per errore, durante una missione anti-pirateria, due pescatori indiani scambiati, appunto, per pirati. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati trasferiti dal Kerala a New Delhi, perché sarà una corte speciale a pronunciarsi su a chi tocca giudicarli: se all’India o all’Italia, come sostengono le autorità italiane. I militari sono ora sotto tutela dell’ambasciata d’Italia in India e potranno muoversi liberamente. La decisione della corte del Kerala dà adito a un cauto ottimismo, ma il caso resta aperto a tutti gli sviluppi.

A Washington, intanto, si prepara la cerimonia d’insediamento lunedì del presidente Barack Obama per il suo secondo mandato: il discorso inaugurale, che sarà pronunciato sul Campidoglio, potrà però difficilmente suscitare emozioni simili a quelle destate dal primo, quattro anni or sono. Però, Obama resta capace, con il suo esempio, di ispirare in altri l’impegno politico: il suo fratellastro Malik, che vive in Kenya, ha deciso di lanciarsi nella corsa per le presidenziali del marzo prossimo.

Elezioni cruciali, la prossima settimana, nel Medio Oriente, in Israele (e, poi, in Giordania, ma contano di meno). A quattro giorni dal voto di martedì 22, il premier uscente Benjamin Netanyahu resta avanti nei sondaggi, anche se il sostegno al suo partito non è mai stato così basso durante la campagna. Un quadro ben diverso in Germania, dove la cancelliera Angela Merkel cavalca l’onda della popolarità nell’imminenza delle elezioni di domenica nel land della Bassa Sassonia, che il suo partito, la Cdu, dovrebbe vincere: un buon viatico, a nove mesi dalle politiche di settembre, l’appuntamento elettorale più importante di questo 2013 europeo, insieme alle elezioni in Italia di febbraio.

Attacchi terroristici e apprensioni elettorali, l’Occidente se la vede male. E l’Oriente (Estremo) non è proprio in gran forma: il 2012 è stato l’anno peggiore dell’economia cinese del XXI Secolo. Era dal 1999 che i cinesi non registravano una crescita così lenta, anche se una percentuale del 7,8% resta ‘da sogno’ per l’Europa e l’America .

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