Come nei primi Anni Ottanta, quando si trattava d’installare
a Comiso gli euromissili della Nato, i Cruise, l’Italia, e soprattutto la Sicilia, sono
protagonisti di un ‘braccio di ferro’ con gli Stati Uniti, sempre nell’ambito
dell’Alleanza atlantica. Dopo una notte d’incidenti nei pressi di Niscemi tra
pacifisti e forze dell’ordine, il governatore dell’Isola Rosario Crocetta
revoca l’autorizzazione all'attuazione del Muos, un sistema per le
comunicazioni satellitari delle forze armate Usa, e ne dispone l’immediata
sospensione. Crocetta spiega: “Non siamo contro gli americani e né contro il
Muos. Vogliamo solo garanzie per la tutela della salute dei cittadini”.
In una nota di replica alla decisione siciliana,
l’ambasciata degli Usa a Roma afferma: "L'Italia, come Paese della Nato e
partner importante per la sicurezza e la pace a livello internazionale, trarrà
beneficio, al pari degli altri Paesi alleati, dal Muos a sostegno delle
operazioni atlantiche".
Lo screzio tra Roma e Washington, o, meglio, tra Palermo e
Washington, è probabilmente destinato a risolversi senza conseguenze durature.
Esso segna, quasi come una anomalia curiosa, una giornata la cui cronaca
internazionale è densa di attentati e di sangue: in Pakistan in particolare gli
attacchi degli integralisti fanno un centinaio di vittime, oltre 80 in un edificio frequentato
da esponenti della minoranza sciita. E in Kenya la campagna elettorale continua
a essere insanguinata da faide tribali.
A Washington, la visita del presidente afghano Hamid Karzai s’è
svolta in un clima meno negativo del temuto, nonostante le preoccupazioni
afghane per il programmato ritiro delle truppe Usa e alleate entro la fine del
2014. E sempre a Washington, ma su un altro fronte, c’è attesa per le proposte
che il vice-presidente Joe Biden presenterà, entro martedì, per rendere meno
facile l’acquisto di armi a ripetizione automatiche, dopo la strage di dicembre
nella scuola elementare di Newton (Connecticut).
Ma torniamo in Sicilia. Studiando le carte del progetto
–spiega Crocetta- "abbiamo trovato vizi che potrebbero portare pure alla
nullità degli atti già emessi". Il governatore cita le carenze dello
studio sull'impatto sanitario ("E' stato fatto da una società di
ingegneria … E una società di ingegneria può studiare i livello delle
emissioni, ma sicuramente non gli impatti sulla salute pubblica"). E
denuncia la mancanza di uno studio sull'impatto delle onde elettromagnetiche
sulla navigazione aerea, perché a pochi chilometri da Niscemi c’è l'aeroporto
di Comiso (Ragusa) che dovrebbe essere presto operativo. Inoltre, la Regione chiede
l'installazione di centraline di controllo delle emissioni, per ora non
previste.
Gli scontri tra manifestanti del movimento No Muos e reparti
delle forze dell'ordine sono avvenuti in contrada Gallo e Vituso, nei pressi di
Niscemi (Caltanissetta), all'arrivo di un convoglio che doveva raggiungere contrada
Ulmo con i mezzi per il montaggio delle antenne dell’installazione. Secondo quanto riferito ai media da fonti del Muos, le forze
dell'ordine presidiavano la cittadina con numerosi posti di blocco. I tafferugli
sono avvenuti durante i blocchi organizzati a qualche ora di distanza l'uno
dall'altro per impedire il passaggio dei mezzi - quattro camion e due gru -
scortati da polizia e carabinieri lungo la SS Catania-Gela. Intorno alle 04.30
del mattino, il convoglio, è poi giunto alla base militare.
I No Muos non intendono darsi per vinti. "Con la forza
– sostengono in una nota - lo Stato ha voluto impedire che la popolazione che
ospiterà l’installazione decida se accettarne o meno il prezzo da pagare in
termini di salute, pace e inquinamento". Secondo gli attivisti, “il
passaggio del convoglio non è una sconfitta, ma l'inizio di una nuova fase
della resistenza all'installazione del Muos”. Verrà probabilmente indetta a
breve una mobilitazione per portare la questione all'attenzione nazionale. E
l’intervento immediato del governatore Crocetta pare mirare ad evitare
ulteriori mosse e contrasti, in questa fase di campagna elettorale che può
acuire i contrasti ed esasperare le tensioni.
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