Pugnalato alle spalle. Con l’arma che ne uccide di più, la
penna. Ancora una volta, si conferma saggio l’adagio popolare: “Dagli amici mi
guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”. Ché da tutti il Professore poteva
aspettarsi un attacco, ma non dal giornale che gli era sempre stato amico e
‘fiancheggiatore’, magari anche nel segno dell’antagonismo di vecchia data con il Cavaliere. E, invece, un commento di Wolfgang Munchau bolla Mario Monti con
il titolo: “Non è l’uomo giusto per guidare l’Italia”; senza per altro
promuovere in alternativa nessuno leader politico italiano, eccetto il
governatore della Bce Mario Draghi.
Esce l’articolo, anticipato domenica sera alle agenzie di
stampa. E nasce un putiferio. Fuori dall’FT, nella politica italiana. Ma pure
dentro il quotidiano economico britannico, l’unico vero giornale a dimensione
europea. Il direttore Lionel Barber affida a un tweet la puntualizzazione che
l’articolo di Munchau non rappresenta l’opinione della testata.
Munchau è un economista e un editorialista: esperto di
eurozona, spesso eterodosso nei suoi pezzi rispetto alle posizioni del
quotidiano, mai tenero con l’Italia quale ne fosse il governo e il leader.
Scrive che il Governo dei Tecnici “ha provato a introdurre riforme strutturali
modeste", annacquate fino alla “irrilevanza macroeconomica”. Monti "ha
promesso riforme", finendo per "aumentare le tasse"; "ha
iniziato come tecnico ed è emerso come un duro politico"; e il calo dello
spread "è legato a un altro Mario, a Draghi".
L’articolo non è tenero neppure con Bersani, che pure,
rispetto a Monti, avrebbe più chances con la Merkel perché potrebbe fare più
leva su Hollande, e con Berlusconi, che però ha finora fatto “una campagna
positiva”, nel senso che conquista consensi promettendo meno tasse e criticando
la Germania.
La stroncatura di Munchau al Professore suscita in Italia
una ridda di dichiarazioni: c’è chi dà l’assalto alla diligenza e chi salta sul
carro, anzi sul carroccio, del ‘tirannicida’. Monti prima prende il telefono,
poi prende anche lui carta e penna e scrive all'FT: una lettera in cui
puntualizza come "ciò che questo governo ha fatto per far calare
l'inflazione e creare più posti di lavoro è senza precedenti in un periodo di
tempo così breve e senza una maggioranza vera in Parlamento". Non solo,
ribatte il premier, "senza il nostro risanamento" anche la Bce non
avrebbe potuto fare molto: come dire che prima del Mario di Francoforte viene
il Mario della Bocconi, in una sorta di riedizione europea del dilemma
dell’uovo e della gallina. E quel che non è riuscito a fare è perché "le
riforme incisive non possono essere portate fino in fondo con i partiti e i
loro apparati".
In serata, intanto, un nuovo editoriale online dell’FT dal
sapore riparatorio ammorbidisce i toni e mette insieme Monti e Bersani: "Devono
sfruttare il voto del mese prossimo per portare avanti l'idea di un nuovo
inizio. Ciò permetterà agli elettori di fare scelte reali sul futuro
dell'Italia".
Monti, del resto, aveva reagito stizzito al giudizio del
quotidiano economico. Stupito, ammette, dal fatto che arrivasse dall’FT ma non
da Munchau, animato da "una vecchia polemica con la Merkel" e dal desiderio
che "tutti dessero colpi d'ariete per far saltare l'eurozona". E siccome
l'Italia "ha dato un forte contributo per migliorare il funzionamento dell'eurozona",
l'editorialista avrebbe trasferito la sua polemica dalla cancelliera tedesca al
premier italiano.
Nessun commento:
Posta un commento