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martedì 15 gennaio 2013

Francia: non solo la Vandea contro matrimoni e adozioni omosessuali

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 15/01/2013

C’era la Vandea della Francia, cattolica, lefebvriana, lepenniana. Ma c’era pure la Francia profonda: religiosa, ma non bigotta; conservatrice, ma non razzista; tradizionalista, ma non omofoba. E c’era un’inedita alleanza tra francesi e cattolici, da una parte, e immigrati e musulmani, dall’altra, perché molti di coloro che vivono la fede in modo rigido sono contro i matrimoni omosessuali e l’adozione dei bambini da parte di coppie non etero, quale che sia il loro credo.

La manifestazione di domenica a Parigi contro i matrimoni omosessuali ha visto una partecipazione massiccia -340mila persone, secondo le forze dell’ordine, 800mila secondo gli organizzatori-: forte e chiaro il no al progetto di riforma del presidente socialista François Hollande, che resta però saldo nella sua idea.

Anche se arrivano relativamente tardi al cosiddetto ‘matrimonio per tutti’, rispetto ad altri Paesi, come i vicini Belgio e Olanda, la Francia e i francesi vi sono però preparati dall’ormai lunga esperienza dei Pacs, le unioni che non sono matrimoni, ma che quasi li valgono, fra coppie sia etero che omosessuali. Milioni di francesi ci sono passati e hanno contaminato, con il loro esempio e l’impatto positivo di quella formula all’inizio molto contrastata, una società di per sé non incline all’ipocrisia sessuale.

Secondo un recente sondaggio, il 63% dei francesi è favorevole al matrimonio aperto a tutti e il 56% al diritto di adozione e filiazione per gli omosessuali. E, in Francia, sarebbero 20.000 i bambini che vivono già con genitori dello stesso sesso: tanti, ma una percentuale minima della popolazione minorile francese. Gli under 15 sono Oltralpe un po’ meno di 12 milioni: 20 mila bambini ne rappresentano il 2 per mille circa, lo 0,2 per cento.

Intendiamoci. Come scrive sull’ANSA Tullio Giannotti, con la manifestazione di domenica la fetta di Francia, quasi la metà, che dice no alle nozze e all'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso ha vinto una sua battaglia, portando a protestare senza incidenti una marea di persone. Ma ‘manifestazione per tutti’, un titolo che faceva il verso a ‘matrimonio per tutti’, non è riuscita, nonostante il successo, a bloccare la legge. L'Eliseo ha riconosciuto la "consistenza" della protesta, ma ha ribadito che dal 29 gennaio il Parlamento discuterà la legge.

E, in questo clima, ha avuto un’eco tutta particolare l’outing in diretta televisiva, domenica sera, dell’attrice americana Jodie Foster, che, ritirando il Golden Globe, a Los Angeles, ha dedicato il premio alla sua ex compagna di vent'anni, Cydney Bernard, e ai loro due figli, presenti in sala. La Francia seguiva già l’evento conun’ attenzione speciale, perché il premio per il migliori film non americano è andato ad Amour, storia intensa e delicata su un altro aspetto controverso e doloroso dei diritti civili, quello a scegliere per sé e per i propri cari una fine dignitosa.

La Chiesa e le parrocchie, la destra e l'estrema destra, i cattolici e gli integralisti, cittadini e famiglie
venuti soprattutto della provincia: Frigide Barjot, un’ispiratrice della manifestazione, presentatasi alla marcia con un velo da sposa, dice che quella folla enorme “non può essere ignorata”. Ma, finora, l’unico risultato concreto, per altro già acquisito, è l’eliminazione dalla proposta di legge della possibilità di procreazione medicalmente assistita per le coppie di lesbiche.

Il motto era "Tutti nati da un uomo e una donna". Gli striscioni dal sapore omofobo o "scorretti" sono stati fatti arrotolare da un servizio d'ordine efficace, 8.000 volontari in maglia gialla. Hanno sfilato il cardinale di Lione, ma non quello di Parigi; leader politici di centro e di destra, ma non Marine Le Pen, che giudica il problema “marginale”. E i francesi hanno manifestato anche fuori dall’Esagono: nei territori d'Oltremare, alla Reunion, o davanti alle ambasciate di Roma, Londra e persino al consolato di Gerusalemme.

Erano vent’anni, dal 1984, che la destra non portava in piazza tante persone a Parigi: allora, all’Eliseo c’era un altro socialista, il primo della V Repubblica, Francois Mitterrand; e, allora, la Francia conservatrice manifestò a favore della "scuola libera".

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