Un ‘euro-tiepido’, quasi un ‘euro-freddo’,
sul trono della moneta unica. Juncker ‘il rosso’ –quello del salario minimo-
lascia la presidenza dell’Eurogruppo, il club dei ministri delle finanze dei
Paesi dell’Eurozona. Il posto del premier lussemburghese va a Jeroen
Dijsselbloem –leggete ‘daisselblum’, con voce un po’ gutturale, e fidatevi-, un
olandese giovane (46 anni) e poco volante, senza esperienza né di governo –è
ministro dal 5 novembre-, né di Unione.
Il responsabile delle finanze dell’Aja batte
la concorrenza del francese Pierre Moscovici, che partiva in pole. Ma Parigi s’accontenta della
presidenza del consiglio di supervisione della Bce: una donna, Danielle Nouy. La
Germania vuole affidare l’Eurogruppo a un paese piccolo (e fidato per Berlino,
come solo Olanda e Finlandia); e tenerne lontani i Piigs spendaccioni. La Francia fa buon viso, Italia e Spagna
abbozzano.
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