Certe classifiche si fanno solo perché la gente,
leggendole, sobbalzi ed esclami: “Toh!, ma chi l’avrebbe mai detto!”; oppure si
chieda “Ma che storia è mai questa?”. Seguendo il criterio “prima stupire, poi
–eventualmente- informare”, Foreign Policy ha compilato la sua lista delle
persone più potenti di questo Mondo e ha fatto ‘bingo’: mettendo più in alto di
tutti il presidente russo Vladimir Putin, non ci avrà magari azzeccato, ma ho
ottenuto di sicuro l’effetto di farsi leggere.
Giorni fa, lo stesso esercizio lo aveva fatto la
rivista Forbes: primo il presidente Usa Barack Obama, seconda la cancelliera
tedesca Angela Merkel, terzo Putin. Non se l’era filata quasi nessuno: a
mettere quei tre in fila così, sono capaci tutti; mica ci vuole un esperto di genio.
Invece, Foreign Policy, prestigiosa testata di
politica internazionale, anzi, come dicono loro stessi senza falsa modestia,
“rivista globale di economia, politica ed idee”, sede a Washngton, una costola
del gruppo editoriale del Washington Post, se ne inventa una, anzi due: 1)
lascia vuota la prima poltrona; 2) colloca Putin davanti a tutti. Al sesto
posto, mette il presidente della Bce Mario Draghi, gloria italica ed europea
–degli altri Mario di Casa Nostra, nessuna traccia-.
La decisione di non assegnare il primo posto ha
una sua logica e viene così spiegata: le attuali sfide dell'economia e della
geopolitica mondiali sono talmente grandi che nessuno può vincerle da solo. Tutti
i leader sulla scena internazionale "sono impegnati in problemi locali e regionali
e non hanno il potere necessario per affrontare una serie di crescenti
questioni transnazionali". Un po’
ovvio, ormai, nell'era della globalizzazione e dell’interdipendenza, ma vero.
Invece, l’idea di collocare al di sopra di tutti il
tre volte presidente russo appare un po’ strampalata: Putin quasi surclassa Obama,
quinto, e il segretario del Partito comunista e prossimo presidente cinese Xi
Jinping, settimo. Vladi, che si meriterebbe una telefonata di congratulazioni
dell’amico Silvio, è immediatamente seguito dal presidente della Federal
Reserve Usa, Ben Bernanke, terzo, e dalla Merkel, quarta. Ottavo è l'ayatollah
Ali Khamenei, suprema guida spirituale della Rivoluzione islamica in Iran; nona
da Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale;
decimo, il re saudita Abdullah bin Abd al-Aziz.
Se non fosse che la classifica è a lungo meditata,
vorrebbe da pensare che FP sia stato influenzato nella sua scelta dalle
cronache francesi di questi giorni: lo ‘zar’ che offre asilo a Gérard
Depardieu, in fuga dalle ‘super-tasse’ sui ricchi del presidente Hollande; e
Brigitte Bardot che lo invoca a tutela dei diritti degli animali. Ma davvero Putin il freddo, che bistratta i
diritti dei suoi cittadini, avrebbe più rispetto per quelli di cani e gatti?
L’elenco della rivista è ‘politicamente corretto’:
quattro leader eletti –a volerci mettere il cinese-, un re e un capo religioso;
tre personalità della finanza; due donne; cinque occidentali –ben tre europei-,
due arabi –un sunnita e uno sciita-, un russo, un cinese. Del presidente russo,
FP ammette che non è popolare come in passato e che il suo Paese non ha il peso
che aveva l’Urss. Eppure, è la tesi, “nessuno più di lui sul pianeta ha
consolidato maggiore potere interno e regionale”.
La notizia del primato di Vladi suscita talora ironia,
nella stessa Russia. @KremlinRussia, parodia dell'account twitter ufficiale del
presidente della Federazione russa, scrive: "La scelta di Putin come politico
piu' influente del mondo è un elegante trolling - nel gergo di Internet, una
provocazione, ndr- da parte di FP". "Settanta anni fa", infatti,
"Time aveva riconosciuto persona dell'anno Stalin", di cui quest’anno
ricorre, appunto, il 70° anniversario della morte.
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