A due anni dalla stagione densa
di speranza e di apprensioni delle Primavere arabe, il Medio oriente resta in
bilico tra la pace e la guerra: in questo, il 2013 non è diverso da tutti gli
anni recenti che l’hanno preceduto e non è neppure latore di speranze
specifiche. La diplomazia internazionale non si fa illusioni sulle possibilità
che la Regione possa trovare a breve un equilibrio più stabile.
I risultati delle elezioni
politiche in Israele, il 22 gennaio, potranno incidere sull’atteggiamento verso
i palestinesi della democrazia israeliana e sul rapporto con gli Stati Uniti,
che risente
della carenza d’intesa personale
tra il presidente Obama e il premier Netanyahu.
Ma l’incognita principale sulla
stabilità e la sicurezza dell’intera Regione è rappresentata dalla Siria, dove
la sommossa per rovesciare il regime del presidente Bechir al Assad è
definitivamente sfociata nel 2012
in una vera e propria guerra civile, con decine di
migliaia di vittime. Un piano, condiviso da Mosca e Washington, prevede una transizione
del potere progressiva in Siria, consentendo, cioè, al presidente al Assad di
condurre a termine il proprio mandato, che scade nel 2014. Non è affatto
sicuro, però, che le forze i campo, dove, fra gli oppositori all’attuale
regime, si mescolano elementi di estrazione diversa, democratici accanto a
integralisti, nazionalisti e veri e propri terroristi, siano disposte ad
attendere.
Le elezioni politiche israeliane
non sono le uniche nella zona, quest’anno. Il 23 gennaio, ci saranno le
politiche in Giordania: e il 23 giugno le presidenziali e le politiche in
Tunisia, il paese che è stato culla della Primavere arabe –eventuale
ballottaggio, il 7 giugno- e dove la transizione appare meglio riuscita.
E restano da sorvegliare le
evoluzioni dei rapporti di forza e di influenza in Egitto e in Libia, così come
i giochi di potere interni all’Iran, rimasto relativamente discreto sulla scena
internazionale nelle ultime settimane. I negoziati tra Teheran e l’Occidente
sui programmi nucleari iraniani, che potrebbero avere finalità militari,
riprenderanno in inverno.
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