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venerdì 4 gennaio 2013

2013: accadde domani; MO, incognita Siria, rebus Iran, voto Israele

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/01/2013

A due anni dalla stagione densa di speranza e di apprensioni delle Primavere arabe, il Medio oriente resta in bilico tra la pace e la guerra: in questo, il 2013 non è diverso da tutti gli anni recenti che l’hanno preceduto e non è neppure latore di speranze specifiche. La diplomazia internazionale non si fa illusioni sulle possibilità che la Regione possa trovare a breve un equilibrio più stabile.

I risultati delle elezioni politiche in Israele, il 22 gennaio, potranno incidere sull’atteggiamento verso i palestinesi della democrazia israeliana e sul rapporto con gli Stati Uniti, che risente
della carenza d’intesa personale tra il presidente Obama e il premier Netanyahu.

Ma l’incognita principale sulla stabilità e la sicurezza dell’intera Regione è rappresentata dalla Siria, dove la sommossa per rovesciare il regime del presidente Bechir al Assad è definitivamente sfociata nel 2012 in una vera e propria guerra civile, con decine di migliaia di vittime. Un piano, condiviso da Mosca e Washington, prevede una transizione del potere progressiva in Siria, consentendo, cioè, al presidente al Assad di condurre a termine il proprio mandato, che scade nel 2014. Non è affatto sicuro, però, che le forze i campo, dove, fra gli oppositori all’attuale regime, si mescolano elementi di estrazione diversa, democratici accanto a integralisti, nazionalisti e veri e propri terroristi, siano disposte ad attendere.

Le elezioni politiche israeliane non sono le uniche nella zona, quest’anno. Il 23 gennaio, ci saranno le politiche in Giordania: e il 23 giugno le presidenziali e le politiche in Tunisia, il paese che è stato culla della Primavere arabe –eventuale ballottaggio, il 7 giugno- e dove la transizione appare meglio riuscita.

E restano da sorvegliare le evoluzioni dei rapporti di forza e di influenza in Egitto e in Libia, così come i giochi di potere interni all’Iran, rimasto relativamente discreto sulla scena internazionale nelle ultime settimane. I negoziati tra Teheran e l’Occidente sui programmi nucleari iraniani, che potrebbero avere finalità militari, riprenderanno in inverno.

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