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giovedì 3 gennaio 2013

Il Punto: dopo la 'licenza', i marò tornano in India

Scritto per l'Indro lo 03/01/2013

Rientrati in Italia prima di Natale per una ‘licenza’ loro concessa dalle autorità indiane, e accolti impropriamente come eroi, i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ripartiti, com’era giusto facessero, per l’India, a bordo di un aereo militare. Domani mattina, giungeranno all'aeroporto internazionale di Kochi, il capoluogo del Kerala, e si trasferiranno subito a Kollam, dove restituiranno il passaporto alle autorità giudiziarie.

Prima di partire, i due militari, accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori, scambiati per pirati, mentre erano in missione anti-pirateria a bordo di una petroliera italiana, l’Enrica Lexie, sono stati interrogati in procura a Roma, dove s’erano recati per rilasciare dichiarazioni spontanee.

Salendo sull’aereo, Latorre e Gerace hanno detto: "Ritorniamo in India rispettando la parola data, fiduciosi nella giustizia". A Kochi, attenderanno la sentenza della Suprema Corte che deve pronunciarsi sulla giurisdizione del caso: per l’Italia, i due devono essere processati in patria. Ancora una volta, i marò non hanno fatto alcun cenno ai due giovani pescatori indiani rimasti uccisi nell'episodio, che risale al febbraio 2012.

La vicenda dei marò segna, in un’ottica italiana, le cronache internazionali di questo giovedì, quando si sono ormai spente in borsa le fanfare di sollievo per l’accordo a Washington che ha evitato agli Stati Uniti di finire nel ‘baratro fiscale’. Tutti d’accordo, però, che il compromesso costituisce un palliativo: l’entità del deficit del bilancio federale e del debito complessivo americano non sono state intaccate e andranno ‘ridimensionate’ con successive decisioni. Democratici e repubblicani si sono dati altri due mesi per discuterne.

Su altri fronti dell’attualità mondiale, cronache consuete di lutti e stragi: in Siria, 21 mesi d’insurrezione prima e conflitto civile poi hanno fatto 60 mila vittime, secondo i dati dell'Onu. Un bilancio che s’aggrava di giorno in giorno, poiché i combattimenti non conoscono tregua ed il regime ricorre a raid di caccia-bombardieri contro le postazioni degli insorti. E si combatte pure in Africa, in vari Paesi, mentre il terrorismo colpisce in Iraq e in Pakistan.

Persistono le apprensioni per le condizioni di salute del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, ricoverata in ospedale a New York per la presenza di un grumo di sangue nel cervello, conseguenza di una caduta in casa. Ieri, Hillary aveva lasciato per qualche tempo l’ospedale presbiteriano, facendo  la sua prima apparizione in pubblico da circa un mese, senza però fugare dubbi e incertezze sui tempi della sua ripresa.

Più grave, di sicuro, la condizione del presidente venezuelano Hugo Chavez, malato di cancro, che, tre settimane dopo un intervento subito a Cuba, resta in uno stato “stabile”, ma “delicato”. Appare improbabile, al momento, che possa essere presente, il 10 gennaio, a Caracas, alla cerimonia d’insediamento per il suo quarto mandato.

Continua, invece, ma è più una commedia che una tragedia, la saga di Gérard Depardieu, l’attore in fuga dal fisco francese: all’Obelix cinematografico, il presidente russo Vladimir Putin ha offerto la cittadinanza russa. Il web ha accolto con ironia l’inattesa notizia: una vignetta ritrae Obelix-Depardieu a fianco di Putin-Asterix, suo nuovo amico. Forse, il ‘piccolo zar’ è curioso di conoscere il segreto della pozione magica degli indomabili galli.

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