P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

martedì 22 gennaio 2013

Francia-Germania: amicizia senza passione, dopo 50 anni

Scritto per l'Indro il 22/01/2013

Al culmine delle celebrazioni a Berlino del 50° anniversario del Trattato d’Amicizia franco-tedesco, Germania e Francia annunciano l’intenzione di presentare entro maggio “proposte” per rafforzare l’Unione europea economica e monetaria. “Le faremo –dice la cancelliera Angela Merkel- in vista del Vertice europeo di giugno”, con l’intento di consolidare l’euro. Il presidente François Hollande aggiunge: “Cercheremo di essere il più concreti possibile, cioè il più utili possibile al rafforzamento della crescita.

I riti dell’amicizia franco-tedesca, affidati in passato a coppie di statisti di maggiore statura storica, come Charles De Gaulle e Konrad Adenauer -agli esordi- e Francois Mitterrand e Helmut Kohl -negli Anni Ottanta-, si ripetono nel giorno in cui gli israeliani vanno alle urne per le politiche, mentre segnali di guerra e di terrore continuano a venire dall’Africa: dal Mali, dove truppe francesi e regolari proseguono la riconquista del Nord del Paese caduto sotto il controllo di milizie integraliste jihadiste; e dall’Algeria, dove dinamica e bilancio della presa di ostaggi di In Amenas e del successivo blitz delle forze speciali non sono ancora chiari.

L’Unione europea si propone d’organizzare, il 5 febbraio, a Bruxelles, una riunione internazionale sul Mali, con la partecipazione di Nazioni Unite, Unione africana e Comunità economica dell’Africa occidentale.
A Berlino, Hollande e la Merkel fanno una conferenza stampa dopo un Consiglio dei Ministri congiunto dei due Paesi e prima di una riunione congiunta dei Parlamenti francese e tedesco. Ottimo il clima di incontri e conversazioni, anche se la crisi dell’euro e le strategie per uscirne sono state al centro di tensioni tra Parigi e Berlino negli ultimi mesi; e, ancora lunedì sera, a Bruxelles, proprio mentre la Merkel e Hollande aprivano le celebrazioni con una cena, c’erano state scaramucce all’Eurogruppo tra Francia e Germania.
Infatti Jeroen Dijsselbloem, ministro delle finanze olandese, è divenuto il nuovo presidente del club dei ministri delle Finanze dei Paesi dell’euro per volontà diBerlino e un po’ a dispetto di Parigi. Dijsselbloem succede a Jean Claude Juncker, premier e ministro delle finanze lussemburghese, che ha presieduto lunedì l’ultima riunione del suo mandato. Un ‘euro-tiepido’, quasi un ‘euro-freddo’, dunque, sul trono della moneta unica, dopo Juncker divenuto per tutti ‘il rosso’ con le recenti sortite sul salario minimo.
A elezione avvenuta, Dijsselbloem – leggete ‘daisselblum’, con voce un po’ gutturale, e fidatevi -, 46 anni, socialdemocratico, senza grossa esperienza di governo –è ministro solo dal 5 novembre- e neppure di Unione, ha così sintetizzato la sua agenda: completare l'unione bancaria, proseguire la strategia di consolidamento dei conti, creare occupazione.
Il responsabile delle finanze dell’Aja ha battuta la concorrenza del francese Pierre Moscovici, che partiva in pole. Ma Parigi, alla fine, s’è accontentata della presidenza del consiglio di supervisione della Bce, andata a una donna, Danielle Nouy. La Germania voleva che l’Eurogruppo restasse guidato da un paese piccolo (e fidato per Berlino, come solo Olanda e Finlandia lo sono); e voleva tenerne lontani quegli spendaccioni dei i Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). La scelta del successore di Juncker non è però avvenuta all’unanimità: Madrid ha votato contro.

Al passo d’addio come presidente dell’Eurogruppo, Juncker, che resta premier lussemburghese, ha reso omaggio alla “forza motrice” in Europa della coppia franco-tedesca. Forse già sapeva quel che stava per uscire dal cilindro del Vertice di Berlino; o forse s’immaginava che qualcosa del genere sarebbe saltato fuori.

Le celebrazioni del Trattato dell’Eliseo, firmato il 22 gennaio 1963, si sono svolte “con solennità”, come si addice a delle nozze d’oro, ma senza passione: e sono cominciate con l’incontro dei leader con esponenti del mondo della cultura dei due Paesi. Il regista tedesco Wim Wenders vi constatava che “tra Francia e Germania c’è oggi una certa indifferenza”, il che non può stupire “dopo 50 anni di matrimonio”.

E, dopo il Consiglio dei Ministri congiunto e la conferenza stampa, sono proseguite nel pomeriggio con una riunione congiunta al Reichstag del Bundestag e dell’Assemblea nazionale. La Merkel vi sottolineava “la collaborazione straordinaria” fra i due Paesi e la buona intesa personale con Hollande, non sempre confermata dal linguaggio del corpo;  il presidente francese insisteva che “siamo noi a indicare la strada all’Ue”.

L’amicizia franco-tedesca è ormai data per scontata, in Europa e nel Mondo. Ma, avverte Hollande, bisogna smettere di vederla come un “percorso tranquillo”, perché screzi e tensioni ci sono stati e ci saranno ancora, pur se essa è stata, resta e sarà “indissociabile dalla costruzione europea”.

Nessun commento:

Posta un commento